LO SGUARDO LUNGO

Banner pubblicitario

lunedì 21 dicembre 2009

PAPA PACELLI : CRITICHE ALLA DECISIONE DI BENEDETTO XV1

Pope Benedict pushes controversial Pius XII closer to sainthood

21 December 2009

Pope Benedict XVI has moved his controversial war-time predecessor, Pius XII, a step closer to sainthood, declaring that Pius had displayed "heroic virtues" throughout his life and thus been a Christian worthy of imitation. Pius was one of 17 people approved by Benedict on Saturday in a list that also includes Pope John Paul II. The decree of heroic virtue is an important step on the path to sainthood, representing an official finding that the candidate lived a saintly life. The candidate can now be referred to as “venerable” and, if two miracles are documented and accepted by the Vatican’s Congregation for the Cause of Saints, can be beatified and later elevated to sainthood.

Pius XII (formerly Cardinal Eugenio Pacelli), who was pontiff of the Catholic Church from 1939 to 1958, has been accused of doing little or nothing to prevent the death of six million Jews in the Holocaust.

The inclusion of his name in the list took Vatican observers by surprise. Rabbi David Rosen, the former chairman of the International Jewish Committee for Inter-Religious Consultations, said criticized Benedict’s “insensitivity” towards Jews.  In Italy, the president of the Association of Italian Rabbis, Giuseppe Laras, called it a sad decision because “this pope did not shout out loud his outrage and his opposition to the Shoah and against the extermination of people whose only crime was that of being Jewish.”

WJC and Inter-Faith Dialogue

giovedì 17 dicembre 2009

E allora Santa Giulia ?

Cari Amici de La Nazione,

da laico e credente , non essendo le due cose in contrasto ,anzi,trovo
tristi le diatribe assai terrene e spesso politicamente strumentali che
coinvolgono simboli religiosi.
Così è anche per la versione labronica che "f.c." ha commentato
(17.12.09) nel pezzo dal titolo "E allora Santa Giulia?".
Permettetemi però di osservare che la frase finale di quel commento ben
oltrepassa la vicenda locale e ci riporta ad un concetto di Stato assai
poco laico, quale la Costituzione invece lo vuole,e liberale:
"noi siamo a casa nostra e ospitiamo volentieri tutti: che s'adattino,però".
Se "casa nostra" ,appunto come da articolato costituzionale, (articoli
3,7,8 ) è laica e considera uguali tutte le fedi,chi si deve "adattare"
in tema di religione visto che di simboli religiosi si parla?!
Per quanto mi riguarda, da italiano acattolico e senza voler sviscerare
il concetto di "casa nostra" che ci porterebbe assai lontano richiedendo
molto spazio, francamente non credo di dovermi "adattare" e non mi sento
"ospite", alla pari di quanti altri cattolici, credenti vari e non
credenti che ritengono essere la società aperta la migliore soluzione
per garantire a tutti, in reciproco rispetto e libertà, anche
l'espressione della propria religiosità.
Non sarebbe quindi più utile affrontare la questione in positivo,
evitando inutili contrapposizioni,adoperandosi tutti in armonia per
realizzare sempre più quanto previsto dalla nostra Carta fondamentale?
Insomma, come direbbe oggi il buon Cavour, "libere religioni in libero
stato"!
Cordialmente e con i migliori auguri per quanti, vari in questi e nei
prossimi giorni hanno ed avranno ricorrenze religiose da festeggiare,

Gadi Polacco

venerdì 11 dicembre 2009

Per iniziativa del livornese Sergio Tofani, una delegazione nazionale degli assaggiatori di vino si è recata in visita in Israele (dal sito di "Italia a tavola")

L'Onav Livorno vola a Israele
Alla scoperta di vitigni millenari

23 associati dell’Onav di Livorno alla scoperta di Israele, un territorio poco conosciuto e spesso difficilmente compreso. Una terra giovane ma ricca di storia, capace di penetrare nel cuore e nelle menti di chi, visitandolo, inizia a conoscerlo per le sue molteplici produzioni vitivinicole

Nasce come una vera e propria scommessa il viaggio di 23 associati della sezione livornese dell’Onav (Associazione nazionale assaggiatori vino) alla scoperta di un territorio poco conosciuto e spesso difficilmente compreso. Israele, appunto, una terra giovane ma ricca di storia, capace di penetrare nel cuore e nelle menti di chi, visitandolo, inizia a conoscerlo per le sue molteplici e a volte complesse sfaccettature.

Il tutto ebbe inizio dall’incontro tra David Hassan, distributore di vini israeliani, e Sergio Tofani, presidente dell’Onav di Livorno. Bastò un assaggio di Shiraz e uno di Cabernet Sauvignon per capire il grande potenziale enologico di una terra che grazie alla sua sorprendete ricchezza di risorse è capace di dar vita a uve dal sapore intenso e sorprendente.

Da qui l’intuizione di liberare la terra di Israele dai margini dei percorsi enogastronomici nei quali spesso era stata rilegata, per trasformala da meta di turismo religioso in luogo di vivacità e dinamicità culturale a partire dalle sue tradizioni vinicole e gastronomiche. Promotore di questa trasformazione, David Hassan, che insieme al Tofani, raggruppa altri 22 associati Onav per creare un gruppo di viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi di una realtà storica e affascinante.

«Nove giorni di sorprendete scoperta e di strabiliante eccellenza» così hanno commentato alcuni associati Onav di ritorno dal viaggio. Un viaggio che si è dispiegato in tappe bene precise: le alture del Golan, ampie e affascinanti, la Galilea, incontaminata e naturale, Shomron, mite e ospitale, la Giudea, calda e desertica.

Qui i vitigni visitati hanno dimostrato una vivacità inaspettata e una ricchezza di sapore fin’ora nascosta. I vigneti Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon , Merlot, Shiraz, Syrah, Zinfendel sono stati solo la prima parte di un cammino che ha poi portato i viaggiatori a scoprire le cantine dove queste uve vengono degustate e assaporate con amore e dedizione. Bianchi, rosati e rossi delle cantine recanati, binyamina, tulip, odem, ramot naftali, naaman, ben haim, shilo, kadesh barnea hanno accompagnato i viaggiatori in un percorso davvero ricco e interessante capace di sottolineare l’infinito amore del popolo d’Israele verso la loro terra e il loro lavoro.

«Un amore che sogniamo di far arrivare anche in Italia. - ha commentato David Hassan - Quello che davvero desidero, come distributore di vini israeliani, è far conoscere l’eccellente realtà culturale, naturale e vinicola d’Israele, consapevole che è proprio dalle tradizioni gastronomiche e enologiche che si può davvero conoscere la cultura e la storia di un paese».

L’ultimo giorno di viaggio si è caratterizzato con la visita al Parlamento israeliano e l’incontro con il ministro dell’Agricoltura e il ministro del Turismo che hanno espresso il loro grande compiacimento nel vedere il largo successo che ha riscosso l’iniziativa. Il tutto nella speranza che il vino israeliano possa negli anni diventare una delle prime scelte degli appassioni e dei degustatori di vino di tutto il mondo.