LO SGUARDO LUNGO

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lunedì 21 dicembre 2009

PAPA PACELLI : CRITICHE ALLA DECISIONE DI BENEDETTO XV1

Pope Benedict pushes controversial Pius XII closer to sainthood

21 December 2009

Pope Benedict XVI has moved his controversial war-time predecessor, Pius XII, a step closer to sainthood, declaring that Pius had displayed "heroic virtues" throughout his life and thus been a Christian worthy of imitation. Pius was one of 17 people approved by Benedict on Saturday in a list that also includes Pope John Paul II. The decree of heroic virtue is an important step on the path to sainthood, representing an official finding that the candidate lived a saintly life. The candidate can now be referred to as “venerable” and, if two miracles are documented and accepted by the Vatican’s Congregation for the Cause of Saints, can be beatified and later elevated to sainthood.

Pius XII (formerly Cardinal Eugenio Pacelli), who was pontiff of the Catholic Church from 1939 to 1958, has been accused of doing little or nothing to prevent the death of six million Jews in the Holocaust.

The inclusion of his name in the list took Vatican observers by surprise. Rabbi David Rosen, the former chairman of the International Jewish Committee for Inter-Religious Consultations, said criticized Benedict’s “insensitivity” towards Jews.  In Italy, the president of the Association of Italian Rabbis, Giuseppe Laras, called it a sad decision because “this pope did not shout out loud his outrage and his opposition to the Shoah and against the extermination of people whose only crime was that of being Jewish.”

WJC and Inter-Faith Dialogue

giovedì 17 dicembre 2009

E allora Santa Giulia ?

Cari Amici de La Nazione,

da laico e credente , non essendo le due cose in contrasto ,anzi,trovo
tristi le diatribe assai terrene e spesso politicamente strumentali che
coinvolgono simboli religiosi.
Così è anche per la versione labronica che "f.c." ha commentato
(17.12.09) nel pezzo dal titolo "E allora Santa Giulia?".
Permettetemi però di osservare che la frase finale di quel commento ben
oltrepassa la vicenda locale e ci riporta ad un concetto di Stato assai
poco laico, quale la Costituzione invece lo vuole,e liberale:
"noi siamo a casa nostra e ospitiamo volentieri tutti: che s'adattino,però".
Se "casa nostra" ,appunto come da articolato costituzionale, (articoli
3,7,8 ) è laica e considera uguali tutte le fedi,chi si deve "adattare"
in tema di religione visto che di simboli religiosi si parla?!
Per quanto mi riguarda, da italiano acattolico e senza voler sviscerare
il concetto di "casa nostra" che ci porterebbe assai lontano richiedendo
molto spazio, francamente non credo di dovermi "adattare" e non mi sento
"ospite", alla pari di quanti altri cattolici, credenti vari e non
credenti che ritengono essere la società aperta la migliore soluzione
per garantire a tutti, in reciproco rispetto e libertà, anche
l'espressione della propria religiosità.
Non sarebbe quindi più utile affrontare la questione in positivo,
evitando inutili contrapposizioni,adoperandosi tutti in armonia per
realizzare sempre più quanto previsto dalla nostra Carta fondamentale?
Insomma, come direbbe oggi il buon Cavour, "libere religioni in libero
stato"!
Cordialmente e con i migliori auguri per quanti, vari in questi e nei
prossimi giorni hanno ed avranno ricorrenze religiose da festeggiare,

Gadi Polacco

venerdì 11 dicembre 2009

Per iniziativa del livornese Sergio Tofani, una delegazione nazionale degli assaggiatori di vino si è recata in visita in Israele (dal sito di "Italia a tavola")

L'Onav Livorno vola a Israele
Alla scoperta di vitigni millenari

23 associati dell’Onav di Livorno alla scoperta di Israele, un territorio poco conosciuto e spesso difficilmente compreso. Una terra giovane ma ricca di storia, capace di penetrare nel cuore e nelle menti di chi, visitandolo, inizia a conoscerlo per le sue molteplici produzioni vitivinicole

Nasce come una vera e propria scommessa il viaggio di 23 associati della sezione livornese dell’Onav (Associazione nazionale assaggiatori vino) alla scoperta di un territorio poco conosciuto e spesso difficilmente compreso. Israele, appunto, una terra giovane ma ricca di storia, capace di penetrare nel cuore e nelle menti di chi, visitandolo, inizia a conoscerlo per le sue molteplici e a volte complesse sfaccettature.

Il tutto ebbe inizio dall’incontro tra David Hassan, distributore di vini israeliani, e Sergio Tofani, presidente dell’Onav di Livorno. Bastò un assaggio di Shiraz e uno di Cabernet Sauvignon per capire il grande potenziale enologico di una terra che grazie alla sua sorprendete ricchezza di risorse è capace di dar vita a uve dal sapore intenso e sorprendente.

Da qui l’intuizione di liberare la terra di Israele dai margini dei percorsi enogastronomici nei quali spesso era stata rilegata, per trasformala da meta di turismo religioso in luogo di vivacità e dinamicità culturale a partire dalle sue tradizioni vinicole e gastronomiche. Promotore di questa trasformazione, David Hassan, che insieme al Tofani, raggruppa altri 22 associati Onav per creare un gruppo di viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi di una realtà storica e affascinante.

«Nove giorni di sorprendete scoperta e di strabiliante eccellenza» così hanno commentato alcuni associati Onav di ritorno dal viaggio. Un viaggio che si è dispiegato in tappe bene precise: le alture del Golan, ampie e affascinanti, la Galilea, incontaminata e naturale, Shomron, mite e ospitale, la Giudea, calda e desertica.

Qui i vitigni visitati hanno dimostrato una vivacità inaspettata e una ricchezza di sapore fin’ora nascosta. I vigneti Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon , Merlot, Shiraz, Syrah, Zinfendel sono stati solo la prima parte di un cammino che ha poi portato i viaggiatori a scoprire le cantine dove queste uve vengono degustate e assaporate con amore e dedizione. Bianchi, rosati e rossi delle cantine recanati, binyamina, tulip, odem, ramot naftali, naaman, ben haim, shilo, kadesh barnea hanno accompagnato i viaggiatori in un percorso davvero ricco e interessante capace di sottolineare l’infinito amore del popolo d’Israele verso la loro terra e il loro lavoro.

«Un amore che sogniamo di far arrivare anche in Italia. - ha commentato David Hassan - Quello che davvero desidero, come distributore di vini israeliani, è far conoscere l’eccellente realtà culturale, naturale e vinicola d’Israele, consapevole che è proprio dalle tradizioni gastronomiche e enologiche che si può davvero conoscere la cultura e la storia di un paese».

L’ultimo giorno di viaggio si è caratterizzato con la visita al Parlamento israeliano e l’incontro con il ministro dell’Agricoltura e il ministro del Turismo che hanno espresso il loro grande compiacimento nel vedere il largo successo che ha riscosso l’iniziativa. Il tutto nella speranza che il vino israeliano possa negli anni diventare una delle prime scelte degli appassioni e dei degustatori di vino di tutto il mondo.

lunedì 30 novembre 2009

IL "REFERENDUM DEI MINARETI" IN SVIZZERA - WWW.LIVORNOEBRAICA.ORG

IL "REFERENDUM DEI MINARETI" IN SVIZZERA


La Federazione delle Comunità Ebraiche svizzere, con un netto comunicato, da tempo si era espressa contro il "referendum dei minareti" rilevando, tra l'altro,come la "coesistenza pacifica si fondi sui messaggi espressi in chiese, moschee e sinagoghe, non per come appaiono dall'esterno".
Da queste pagine voglio quindi soffermarmi brevemente sull'Italia,per esprimere solidarietà al mondo cristiano per la strumentalizzazione che subisce in queste ore tramite l'apparente ed ingannevole difesa del suo simbolo più noto, usato invece come arma di scontro politico da chi viene a proporre, penso peraltro pago del solo effetto mediatico, il suo inserimento nella bandiera italiana.
Paradossalmente a mettere a nudo l'uso strumentale che viene fatto in Italia,da taluni, del referendum svizzero è proprio uno dei suoi promotori,Oskar Freysinger,il quale sottolinea avversione "alle interferenze della religione nella sfera pubblica" e rileva come "la preghiera è un fatto privato"...mi viene in mente Mons. Plotti e la sua famosa disquisizione sugli "atei devoti"!

Gadi Polacco


LA FEDERAZIONE DELLE COMUNITA' EBRAICHE SVIZZERE

Wednesday, 28 Oct 2009

No laws creating exceptions! No to the ban on minarets!

The SIG, the Swiss Federation of Jewish Communities and the PLJS, the Platform of Liberal Jews in Switzerland reaffirm their rejection of the initiative against the construction of minarets. They are speaking out firmly in favour of equal treatment and justice and against laws of any type which are intended to apply specifically to certain religious communities.

The referendum infringes religious freedom, a concept enshrined in the constitution. This freedom also covers the right of faith communities to build their places of worship subject to current building legislation.

The referendum also poses a threat to peaceful relations between the religions and inhibits the integration endeavours of Muslims in Switzerland.

As one of the oldest minorities in Switzerland, the Jewish community is now established and integrated in Swiss society. But precisely because the Jewish community has first hand experience of discrimination, it is committed to active opposition to discrimination and to action in favour of religious freedom and peaceful relations between the religions. This commitment is part and parcel of the Jewish tradition.

However, neither the SIG nor the PLJS close their eyes to the risk of extreme religious positions. They take seriously the fears of the population that extremist ideas could be disseminated in Switzerland. But banning minarets is no solution – it only creates in Muslims in Switzerland a sense of alienation and discrimination.

Peaceful co-existence is founded on the messages expressed in churches, mosques and synagogues, not on what they look like from the outside. The only real response to all forms of extremism is reinforcement of the principles underpinning the rule of law.




IL CONGRESSO MODIALE EBRAICO

Swiss vote overwhelmingly in favor of minaret ban

30 November 2009

In a nation-wide referendum, Swiss citizens voted in favor of banning the construction of minarets on mosques. The surprise result, in a country that has only four mosques with minarets and no major problems with Islamist militancy, has led to concerns that Switzerland’s trade relations with the Muslim world might suffer. Fifty-eight percent of voters supported the proposal, which initiated by the far-right Swiss People’s Party.  

Muslim organizations in Switzerland and abroad condemned the vote but called for a measured response. There were warm words of praise from Italy's Reform Minister, Roberto Calderoli, who told the news agency ANSA that a clear sign had come from Switzerland: "Yes to church towers, no to minarets". He said Switzerland should be a model for Italy in this respect.  

The Swiss Jewish Community Federation had campaigned against the ban: “Because the Jewish community knows what discrimination means it regards it as a duty to actively fight for religious freedom,” it said in a statement prior to the referendum.

venerdì 13 novembre 2009

LA LEGION D'ONORE AL LIVORNESE RUGGERO DE PAS NELLA TESTIMONIANZA DI GABRIELLA PUNTONI

Ruggero De Pas, Cavaliere della Legion d'Onore.


Ruggero De Pas è corrispondente per la radio-televisione della Svizzera Italiana. Ogni giorno con la sua bella voce, dalla dizione chiara e con un certo accento livornese, racconta ai ticinesi ciò che avviene in Francia: "Da Parigi, Ruggero De Pas...". E' la voce che doppia in italiano molte delle interviste fatte in Francia, quella che nello spot pubblicitario del profumo esclama "Egoïste!", ed in Francia, per il caffè italiano, "San Marco!". Ma Ruggero non è e non è stato solo questo. A diciannove anni, per seguire la ragazza di cui si era innamorato, lasciò Livorno con una vera e propria fuga da casa. La scelta della Francia è stata quindi casuale, ma la professione faceva già parte del suo immaginario. Ruggero racconta che a sedici anni rimase affascinato dall'atmosfera che regnava nella redazione livornese de l'Unità ed in particolare da "... un uomo con gli occhialini, sigaretta in bocca che, tatatà, batteva sulla macchina da scrivere, ricordo di aver pensato: quello voglio diventare!". Ma non è stato facile. Approdato dal mare di Livorno a Parigi, senza mezzi, senza l'approvazione paterna, si trovò in una città che lui avvertiva ostile, ma che era comunque deciso a conquistare. Dopo quarantacinque anni, questa onorificenza del Governo francese, un riconoscimento che solo lui tra i suoi colleghi ha avuto, è la prova che ce l'ha fatta! E' Presidente e co-fondatore del Centre d'Accueil de la Presse Etrangère. Nel 2000, quale Presidente dell'Associazione della Stampa Estera a Parigi, convinse vari ministri della necessità di creare un Centro per i giornalisti stranieri ed, in seguito, è riuscito a far assegnare al Centro la prestigiosa sede del Grand Palais, dove, all'ultimo piano ha il suo ufficio. Ho intervistato De Pas nel corso della cena, italiana, che, dopo la cerimonia, ha  offerto ai numerosi amici e parenti che avevano voluto essergli vicini.

" Ruggero, la Legion d'Onore!"

"Incredibile! Fantastico! Perchè all'inizio ho sofferto a Parigi, ed oggi ho la prova che sono riuscito a conquistare questa città. A Parigi e alla radio francese, italiano ed ebreo, ero un diverso che voleva conoscere ed era oggetto di curiosità e conoscenza. Questo reciproco rapporto mi ha portato la Légion d’Honneur per quello che ho fatto, restando me stesso, senza compromessi. Ho creato qualcosa che non c'era, un Centro dove i corrispondenti dei paesi di tutto il mondo possono incontrarsi, lavorare insieme, partecipare a conferenze. La Francia mi ha dato un riconoscimento come persona, un ministro ha deciso di dare un’ onorificenza a me che dal '65 al '75 ho curato la prima trasmissione in italiano per i nostri lavoratori in Francia, circa 600.000, non integrati. A me che da cinque anni, ogni domenica, racconto agli ascoltatori della radio francese i popoli d'Europa. Ho sempre creduto nell’ Europa, nel dialogo, nel confronto amichevole fra i popoli, nella necessità per tutti di conoscere gli altri, restando se stessi, anzi capendo meglio se stessi attraverso gli altri. Nel 2000, quale Presidente dell'Associazione Presse Etrangère, ho proposto quale nuovo Presidente il corrispondente della TV israeliana e come vice un palestinese...".

Ruggero mi parla con estrema semplicità, autoironia, con il sorriso e la sua aperta risata sempre pronta, meravigliandosi ancora dei successi ottenuti, citando Machiavelli "che ha sempre parlato della Fortuna, che è Donna...!", dell'istinto, della curiosità, della perseveranza ed, aggiungo io con affetto, della fantasia, della creatività e del coraggio.

                                                                                                                                                                                                       GABRIELLA PUNTONI


mercoledì 4 novembre 2009

UNA CHIARA LEZIONE DALLA CORTE EUROPEA (dal sito dell'UCEI www.moked.it)

Scuola e laicità - L'analisi
“Una chiara lezione dalla Corte europea”

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha accolto ieri il ricorso di una cittadina italiana di origine finlandese che accusava lo Stato italiano di favorire la religione cattolica e di non rispettare i principi d'imparzialità e di laicità dello Stato, permettendo alla scuola dei suoi figli di tenere appeso un crocifisso anche dopo aver richiesto di rimuoverlo. La decisione della Corte appare di estrema importanza sia perché conferma la possibilità reale per un individuo di fare ricorso contro uno Stato, sia perché mette a nudo le carenze di equilibri fra poteri pubblici e cultura religiosa nell'Italia contemporanea e le conseguenze cui può condurre un'accoglienza incondizionata alle istanze della Chiesa cattolica. 
La Corte Europea dei Diritti dell´Uomo è un tribunale che ha sede a Strasburgo il cui compito è quello di pronunciarsi su casi di violazione dei diritti umani in cui una delle parti in causa sia uno dei 47 stati facenti parte della Convenzione dei Diritti Umani firmata a Roma nel 1950.
La Convenzione originale, prima delle modifiche avvenute negli anni Settanta e Novanta, prevedeva la creazione di una Commissione Europea dei Diritti dell´Uomo, di una Corte dei Diritti dell´Uomo e di un Comitato di Ministri del Consiglio d´Europa. In questo sistema sia gli individui sia gli stati potevano presentare i propri casi alla Commissione la quale decideva se fossero ammissibili oppure no e dava un primo parere non vincolante. In seguito la Commissione e/o lo Stato coinvolto potevano decidere se portare il caso alla Corte oppure se lasciar decidere al Consiglio dei ministri. In questo modo risultava difficile per un individuo portare il proprio caso fin davanti alla corte e assicurarsi un giudizio.
Dal novembre 1998 è entrato in vigore il 'Protocollo numero undici' che ha unito la Commissione Europea dei Diritti dell´Uomo e la Corte dei diritti dell´Uomo in una sola istituzione, l'odierna Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. La nuova Corte, che da poco ha compiuto i dieci anni, ha finalmente permesso agli individui di portare i propri casi direttamente alla Corte, senza passare attraverso le vecchi procedure.
Questa novità ha permesso a semplici cittadini, come la signora Albertin (Lautsi), di portare direttamente il suo caso di fronte alla Corte Europea di diritti dell’Uomo, accusando l’Italia di aver violato l’ articolo 9 della Convenzione, che garantisce la libertà di “pensiero, coscienza e religione, di cambiare pensiero e religione, e di manifestare ciò in luogo pubblico e privato". La ricorrente, infatti, aveva portato inizialmente il caso davanti al Tribunale amministrativo regionale competente per territorio, accusando
l’Italia di aver violato l’ articolo 3 della Costituzione italiana che assicura l’eguaglianza davanti alla legge senza distinzione di  “sesso, razza, lingua, religione, opinione politica”, l’ articolo 19 che assicura a tutti “il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto,” e l’ articolo 97 che garantisce l’imparzialità dell’amministrazione pubblica. La signora Lautsi aveva inoltre chiesto al Tribunale di interpellare la Corte costituzionale sulla questione di costituzionalità. Davanti alla Corte costituzionale la signora sostenne che, dato l´obbligo di andare a scuola, la presenza di un crocefisso fosse un´imposizione su gli allievi, sui genitori e sui professori e che favorisse la religione cristiana a scapito di altri credi. Il governo italiano al processo sostenne che il crocefisso nelle classi fosse un "fatto naturale" poiché esso non è soltanto un simbolo religioso, ma anche il simbolo della Chiesa cattolica, che è l´unica citata nella Costituzione italiana (art. 7), pertanto bisognerebbe considerare questo segno come un simbolo dello Stato Italiano. La Corte Costituzionale si dichiarò incompetente e il caso tornò al Tribunale amministrativo. Questo decise che "il crocifisso era, oltre che un simbolo religioso, un simbolo della storia e della cultura italiana e quindi dell´identità italiana e il simbolo dei principi di eguaglianza, libertà e tolleranza e allo stesso tempo della laicità dello Stato".
E´ importante ricordare che i rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati dai Patti Lateranensi del 1929, modificati dal nuovo Concordato con il Vaticano del 1984. Secondo le nuove disposizioni, il principio proclamato dai Patti secondo cui la religione cattolica è la sola religione di Stato, non è più in vigore. La Corte costituzionale ha affermato in seguito che il comportamento dello stato debba essere imparziale ed equidistante senza attribuire più importanza ad appartenenti di una particolare religione.
Si è discusso molto su questo tema negli anni scorsi e il dibattito si è sempre concluso con accuse reciproche tra religioni e con il timore di sconfinare in uno scontro di civiltà.
Ora la Corte europea ha messo un punto fermo sulla carenza d'imparzialità e di laicità in Italia, riaffermando che il crocifisso è, prima di tutto, un simbolo religioso e non può essere confuso con un semplice elemento culturale. Un messaggio chiaro per capire che si può essere cittadini a pieno titolo senza essere obbligatoriamente cattolici e che lo Stato deve rispettare e proteggere chi non crede o professa una fede diversa. Ma la decisione della Corte di Strasburgo dimostra anche l´importanza di far parte di una società di stati che si è dotata di istituzioni sovrastatali capaci di garantire i diritti degli individui anche quando i propri governi si dimostrano incapaci di farlo.

Margherita Sacerdoti

SENTENZA SUL CROCIFISSO DELLA CORTE DI STRASBURGO - COMMENTI DAL MONDO EBRAICO

*Commenti del mondo ebraico alla sentenza della Corte di Strasburgo sul
Crocifisso

Dal sito dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI)
www.moked.it
4 novembre 2009

**Scuola e laicità - Rav Di Segni: "No alle guerre di religione".
Polacco: "La politica sia all'altezza della situazione"

* logo scuolaFioccano le reazioni dopo la sentenza emessa dalla Corte
europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, sull'affissione del
Crocifisso nelle aule scolastiche. Secondo il pronunciamento della
Corte, infatti, la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche
costituisce "una violazione dei genitori a educare i figli secondo le
loro convinzioni" e una violazione alla "libertà di religione degli alunni".
La sentenza è stata emessa in base al ricorso presentato nel 2002 da
Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel
2002 aveva chiesto all'istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano
Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi
dalle aule. I giudici di Strasburgo le hanno dato ragione ed hanno
stabilito che il governo italiano dia alla signora Lautsi un
risarcimento di cinquemila euro per danni morali.

di segni"Dal punto di vista teorico la casa di tutti non dovrebbe avere
simboli di una religione particolare". Ha commentato il rabbino capo di
Roma Riccardo Di Segni. "Tuttavia l'applicazione asettica di questo
principio sono sicuro che potrebbe offendere tradizioni e sensibilità
radicate. Per questo motivo - afferma il Rav - sono contrario a
qualsiasi battaglia di religione sul simbolo del crocifisso".
Reazioni anche in seno all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
"Ritengo che la giunta dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane avrà
modo di valutare a giorni, assunte anche ulteriori informazioni,il
pronunciamento emesso a Strasburgo e contrario all'esposizione del
crocifisso nella scuola pubblica".

polaccoDice il Consigliere Gadi Polacco. 'Personalmente, quindi, ritengo
che questa sentenza segua altre che mettono in discussione l'attuale
assetto civile sotto vari aspetti. Il processo di maturazione della
società italiana in senso laico, a mio parere, appare - spiega Polacco -
non solo utile e necessario ma anche inevitabile: la politica deve ora
dimostrarsi all'altezza della situazione per favorire uno sbocco che
consenta a tutti, credenti e non credenti, una convivenza basata sulla
piena cittadinanza nel reciproco e costruttivo rispetto".

martedì 3 novembre 2009

La Corte Europea dice no al crocifisso in classe

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha dunque sentenziato contro la
presenza del simbolo religioso cattolico nelle classi della scuola
pubblica .Ci sarà tempo per dibattere la questione ma, di primo acchito,
non può passare inosservato che mentre dal Vaticano il direttore della
sala stampa, comprensibilmente ,dichiara " dobbiamo ancora valutare la
cosa,dobbiamo almeno leggere la sentenza", il Ministro Gelmini è già
all'attacco, lancia in resta e verrebbe da dire più realista del re,per
esorcizzare la cosa,condannarla e fieramente affermare una sorta di "no
pasaràn" all'insegna della "nostra tradizione" , richiamando anche i
simboli (ma tanti allora ve ne sarebbero da citare) correlati alla
storia d'Italia.
Se questa sarà la linea seguita dalla politica,senza meraviglia se
analoghe posizioni si evidenzieranno anche in diversi schieramenti,ci
troveremo davanti all'ennesima occasione persa di affrontare,nel suo
insieme,la necessità di rafforzare invece uno Stato Laico che,in quanto
tale,è in grado di consentire la libertà di ciascuno nel rispetto
reciproco e del dettato costituzionale.
Gadi Polacco


Livorno, 3.11.09

mercoledì 21 ottobre 2009

ANCHE A LIVORNO E' STATO FINALMENTE APPROVATO IL "TESTAMENTO BIOLOGICO"

Con le prevedibili polemiche che accompagnano sempre certe delicate tematiche, anche a Livorno è stato finalmente approvato il progetto di istituire, presso il Comune,un registro delle volonta' anticipate, meglio noto come "tetsamento biologico".
Tale proposta ,ormai realizzata da molte altre municipalità in Italia, non è peraltro una velleità ma trova solida base sulle norme di legge che regolamentano l'attività dei comuni.
Rimane da verificre , quando saranno disponibili completamente gli atti ed i correlati allegati,se la via scelta sia la migliore oppure se qualche limitazione sia stata apposta ad un documento che, indiscutibilmente, attiene esclusivamente alle libre scelte scelte individuali della persona.
Da credente,quindi, mi riservo di verificare se  l'impianto proposto sia  compatibile alla normativa ebraica alla quale mi riferisco ma plaudo comunque all'istituzione del "testamento biologico" anche a Livorno : da ebreo non ho infatti bisogno di una normativa civile che mi indichi cosa fare o non fare ma non vedo perchè una qualsivoglia visione religiosa dovrebbe impedire ad altri di disporre di uno strumento attraverso il quale determinare le proprie personali scelte,anche se diverse dalle mie.

Gadi Polacco

domenica 18 ottobre 2009

"Ascoltate il rabbino di Roma : in classe solo il cattolicesimo"

Egregio Direttore de "Il Giornale",
nel commento di Giorgio Israel sulla questione "ora di religione"
(ricordiamo però che si parla,nella scuola pubblica e quindi a carico
del pubblico bilancio,della sola religione cattolica) manca un'opzione
liberale : non vi è bisogno di insegnare una qualsivoglia religione
nella scuola pubblica perchè, in democrazia, ciascuno può praticare ed
approfondire il proprio credo in scuole confessionali e luoghi di culto.
Ciò accennato,venendo comunque e concretamente all'attuale situazione
italiana, mi sembra che si confondano le acque nel parlare di attacco
all'ora di religione cattolica nel pubblico insegnamento : non vedo
infatti chi la voglia snaturare o trasformare in altro, sperando che sia
concesso contestare alcuni effetti lesivi di terzi derivanti
dall'impostazione vigente.
Il dibattito,in verità,è assai più "semplice" di quanto si dica : cosa
facciamo con gli altri credenti ed anche, mi sia consentito ricordarlo
proprio da credente, con i "senza fede" ?
Cavarsela con una lunga serie di problematiche e difficoltà operative,
per giungere ad una sorta di soddisfatta rassegnazione nell'accettare
l'attuale quadro, non mi pare proprio corretto (al pari del pararsi
dietro alla figura del Rabbino di Roma strumentalmente,a mio
parere,richiamata) : non si possono liquidare così principi
costituzionali come quello della pari dignità delle varie fedi e della
libertà di non credere.
Che la partita, come sicuramente è noto a Giorgio Israel, si giochi su
un piano diverso lo testimoniano le ormai numerose dichiarazioni di
ambienti della Chiesa e collaterali anche nel mondo politico,tendenti a
rimarcare la presunta "superiorità" del credo cattolico sugli altri.
E a questo punto,inutile girare intorno al problema, siamo alla
predicazione di una società suddivisa tra "tolleranti" e "tollerati" che
non può essere archiviata in nome di difficoltà burocratiche o
"pigrizia" nel mettere mano a misure che concedano agli altri, senza
quindi dover intaccare l'ora di religione cattolica, pari dignità .
La ringrazio per l'attenzione e La saluto distintamente,

Gadi Polacco

Livorno

sabato 17 ottobre 2009

Sull'ora islamica...

E' in corso la saga delle dichiarazioni,alcune in sfrenata libertà , pro
o contro la proposta del viceministro Urso di introdurre un'ora di
religione islamica nella scuola italiana ( e per gli altri?!).
Difficile depurare questo dibattito dalle abbondanti dosi di commenti
strumentali o illusoriamente tali : non mancano poi i soliti "più
realisti del re", spesso spiazzati proprio dal loro "monarca".
Eppure il concetto base dovrebbe essere facile : dare alle singole fedi
ed ai non credenti pari dignità e conseguente possibilità di
fruizione,nella scuola pubblica, di specifiche ore di insegnamento
secondo libera adesione.
Ma la società aperta,evidentemente e nonostante che ne (s)parlino in
molti se non in troppi, pare essere in Italia ancora una chimera....
Gadi Polacco

mercoledì 7 ottobre 2009

Il Parlamento ha approvato la legge che riconosce l'utilità sociale del CDEC (Centro di documentazione ebraica contemporanea)


Il Senato ha dunque convertito in legge il DDL 1733 già approvato dalla Camera e recante il titolo :"Concessione di un contributo in favore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea - CDEC - organizzazione non lucrativa di utilità sociale", presentato su iniziativa dei deputati RUBEN, FIANO, BERTOLINI, BONIVER, CARLUCCI,  DI BIAGIO, FALLICA, Gregorio FONTANA, LAINATI, LEVI, NIRENSTEIN,  
 PAGANO, PICCHI, ROSSOMANDO, SBAI e TOCCI 
   .
Si tratta di un atto del quale essere grati ai promotori, dal primo firmatario Alessandro Ruben in poi, ed al Parlamento intero in quanto riconosce con significativa collaborazione "bipartisan" (come si usa dire oggi) l'importanza e la rilevanza sociale del CDEC non solo per la Comunità Ebraica bensì per l'Italia intera.
Non posso quindi che esprimere, nella doppia veste di Consigliere UCEI e del CDEC, duplice gratitudine e soddisfazione unitamente ad una punta d'orgoglio per il ruolo che l'Unione stessa ha avuto nell'essere compartecipe di un progetto di successo, riconosciuto di generale utilità e licenziato con grande rapidità, altro segno questo della sua apprezzata validità.
UCEI e CDEC hanno ora di fronte ulteriori opportunità da sviluppare insieme rafforzando uteriormente il legame che le unisce.
Gadi Polacco


venerdì 2 ottobre 2009

Auguri al Bologna,ricordando Arpad Weisz

Egregio Direttore,
il Bologna Football Club si avvia a festeggiare i suoi primi cento anni
che ricorreranno sabato 3 ottobre 2009 : molte le iniziative avviate ed
in programma. Nell'apposito sito del centenario la società ricorda anche
Arpad Weisz , allenatore "che conduce il Bologna alla vittoria di tre
scudetti e del prestigioso Torneo dell'Esposizione Universale di Parigi"
ricordando poi che "costretto a lasciare l'Italia a causa delle leggi
razziali: morirà con tutta la famiglia ad Auschwitz.".
Weisz, uno dei padri della tecnica del calcio, prima del Bologna allenò
con altrettanto successo anche l'Ambrosiana (Inter) ed altre squadre
italiane,scoprendo tra l'altro Meazza: la sua storia è stata ben narrata
da Matteo Marani nel suo libro "Dallo scudetto ad Auschwitz".
Auguri quindi al Bologna calcio ed un pensiero a Weisz al quale le
squadre che allenò, lancio la proposta anche da queste pagine, magari
potrebbero dedicare un'iniziativa (ad esempio una borsa di studio od un
premio di laurea o per significative iniziative) contro il razzismo che
purtroppo ancora alberga nel calcio e nello sport, anche in Italia.

Gadi Polacco

Livorno, 2 ottobre 2009


www.livornoebraica.org

mercoledì 30 settembre 2009

DENUNCIA DEGLI INSEGNANTI EVANGELICI : LA SCUOLA PUBBLICA NON E' IN GRADO DI GARANTIRE L'ORA ALTERNATIVA A CHI NON SI AVVALE DELL'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA. QUAL E' LA SITUAZIONE A LIVORNO?

Il Comitato degli insegnanti evangelici italiani ha diramato il seguente, preoccupante, comunicato dal contenuto totalmente condivisibile. Ancora una volta appare incomprensibile una condotta che sembra voler portare ad acuire divergenze , anzichè adoperarsi come credo appaia ovvio per garantire a tutti uguali diritti.
Viene anche da chiedersi quale sia la situazione nella nostra città e rilancio quindi la domanda a quanti, media e privati, vorranno raccoglierla per dare una risposta (speriamo in controtendenza rispetto a quanto viene denunciato).

Gadi Polacco


SI STANNO VERIFICANDO NELLA SCUOLA CASI IN CUI PRESIDI ED INSEGNANTI COMUNICANO AI GENITORI DI NON AVERE LA POSSIBILITA' DI GARANTIRE L'ATTIVITA' ALTERNATIVA A CHI NON SI AVVALE DELL'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA, NE' LO STUDIO INDIVIDUALIZZATO ASSISTITO, PER MANCANZA DI PERSONALE DOCENTE.

PUR RICONOSCENDO CHE NON VI E' DISPONIBILITA' DI INSEGNANTI, RICORDIAMO CHE  I GENITORI NON SONO CHIAMATI A RISOLVERE QUESTO PROBLEMA, RINUNCIANDO AD UN LORO DIRITTO DI SCELTA.

COME LO STATO HA PROVVEDUTO AD ASSUMERE INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA, PUO' SIMILMENTE PROVVEDERE A TUTELARE I DIRITTI DI FAMIGLIE CHE SCELGONO ATTIVITA' ALTERNATIVE ALLA RELIGIONE CATTOLICA.

NEL SOTTOLINEARE L'IMPORTANZA DI NON SOTTOSTARE AD ALCUNA FORMA DI DISCRIMINAZIONE, RICORDIAMO CHE LE SENTENZE DELLA CORTE COSTITUZIONALE 203\1989,13\1991 E LA CIRCOLARE 9\1991, APPLICATIVA DELLA SENTENZA 13\9, PREVEDONO 4 OPZIONI:

A) Attività didattiche e formative (cosiddette alternative)

B) Attività di studio e / o di ricerca individuali con assistenza di personale docente

C) Libera attività di studio e / o di ricerca senza assistenza di personale docente (dev’essere garantita la vigilanza)

D) Uscita dalla scuola (gli alunni minorenni devono essere prelevati dai genitori)

CONSIGLIAMO VIVAMENTE DI NON ACCETTARE PASSIVAMENTE LA MINACCIA ALLA LIBERTA' DI RELIGIONE A CUI STIAMO ASSISTENDO.

RIFLETTiamo SULLA GRAVITA' DI CIO' CHE STA AVVENENDO NELLE SCUOLE, IN CUI SI E' ARRIVATI AL PUNTO DI COSTRINGERE CHI NON VUOLE AVVALERSI DELL'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA A RIMANERE UGUALMENTE NELLE CLASSI AD ASCOLTARNE LA LEZIONE!

TUTTO QUESTO E' UN SOPRUSO, RIFIUTIAMOLO.

Il comitato insegnanti evangelici italiani

domenica 27 settembre 2009

DIGIUNO DEL KIPPUR 5770 ( 27/28 SET 2009)

Il mondo ebraico osserva tra oggi e domani la solennità "per
eccellenza",ovvero il Giorno del Kippur dedicato alla preghiera,alla
riflessione interiore ed a pentimento anche verso il prossimo.
L'astensione dal cibo, da ogni bevanda e dalle comuni attività ha
infatti preminentemente lo scopo di potersi dedicare completamente a
queste importanti azioni.
L'augurio, quindi, è quello di poter tutti iscritti nel Libro della Vita
("hatimà tovà") !

martedì 15 settembre 2009

LE INTIMIDAZIONI A GIORGIO ISRAEL

Mi associo a quanto ha ben espresso il Presidente Gattegna a nome dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Gadi Polacco


COMUNICATO STAMPA


Come tutti i veri democratici siamo favorevoli al confronto delle idee e intendiamo difendere strenuamente il diritto di tutti ad esprimere le proprie opinioni, anche quelle che non condividiamo. Ma non siamo disposti a rimanere in silenzio se qualcuno divulga frasi del tipo “ il puparo è l’ebreo Giorgio Israel“ che contiene in poche parole il peggio del pregiudizio antiebraico, del razzismo, della violenza verbale e sconfina con l’istigazione a delinquere con l’accostamento tra il professor Giorgio Israel e il professor Marco Biagi, il giuslavorista ucciso a Bologna dalle Brigate Rosse.


Renzo Gattegna

Presidente dell’Unione delle Comunità

Ebraiche Italiane


Roma, 15 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

Gelmini ancora sull' "importanza" della religione cattolica

"Credo che l'ora di religione debba avere la stessa dignita' delle altre
materie, e credo anche che l'Italia non possa non riconoscere
l'importanza della religione cattolica nella nostra storia e nella
nostra tradizione.Io credo che vada garantita agli insegnanti della
religione cattolica la stessa situazione, le stesse condizioni degli
altri insegnanti" (Ministro Gelmini, da ADN KRONOS del 14.09.09).
Se per "ora di religione" si intendesse,su libera scelta, quella della
religione prescelta dal singolo alunno,accompagnata da una reale ora
alternativa per i non credenti,saremmo a discutere maggiormente circa la
seconda parte dell'incipit,dubitando assai che l'uso della bilancia sia
idoneo per pesare l' "importanza" di fedi o pensieri politici.
Purtroppo reiterando però simili concetti si prefigura, a mio modesto
parere, un'inaccettabile suddivisione della società italiana tra
"tolleranti" e "tollerati". Abbiamo già dato e l'imminente anniversario
di Porta Pia sarà utile per ricordare quanta strada vi sia ancora da
compiere per giungere alla meta di una vera società aperta ,nella quale
tutti siano realmente uguali nel reciproco rispetto delle singole
peculiarità.

Gadi Polacco

domenica 13 settembre 2009

OGGI, ANNIVERSARIO DI PORTA PIA SECONDO IL CALENDARIO EBRAICO

All'alba di martedi 24 del mese ebraico di Elul dell'anno ebraico 5630,
ovvero 139 anni or sono da oggi, il capitano dei bersaglieri Giacomo
Segre,ebreo. ordinò di iniziare i tiri d'artiglieria che, dopo alcune
ore, avrebbero spianato la strada alle truppe del Regno d'Italia
affinchè si completasse l'Unità nazionale con Roma capitale : si
otteneva altresì l'abolizione del ghetto e l'equiparazione degli ebrei
romani agli altri cittadini e non si può certo sottacere l'emozione che
deriva dal collegamento tra questi due fatti e capitan Giacomo.

Segre riposa nel reparto ebraico del cimitero di Chieri e Cadorna lo
delegò a dare per primo l'ordine di aprire il fuoco per aggirare,
secondo alcuni invece per salvaguardare gli altri ufficiali, la
paventata scomunica di Pio IX nei confronti di chi avesse appunto aperto
il fuoco contro le mura dello stato pontificio.

Iniziava così la "balussada" (per taluni "balossada") ,secondo la
definizione di Vittorio Emanuele II allora re d'Italia, nota alla storia
come breccia di Porta Pia : questa "sciocchezza", nonostante che il
Card. Antonelli pare avesse ordinato una resistenza molto fumo e niente
arrosto, lasciò alla fine sul terreno,contando entrambi gli
schieramenti, 68 morti dovuti essenzialmente alla miopia politica di Pio
IX che sembra continuasse a ripetere "non entreranno".

L'anniversario secondo il calendario civile, quindi il 20 settembre
2009, troverà il mondo ebraico impegnato a celebrare il nuovo anno 5770,
quindi già nel 140° dalla breccia e con in vista il 150° anniversario
dell'Unità d'Italia che l'ebraismo italiano saprà certamente celebrare
degnamente.

Le polemiche ancora oggi aperte su alcuni aspetti dello stato laico,
propedeutico a quella società aperta ben descritta da Dante Lattes
(z.l.) anche dal punto di vista ebraico e nella quale ciascuno è
garantito,uguale all'altro, secondo la propria fede,insegnano che quella
"balussada" non è stata tale , costituendo invece un'importante premessa
per il percorso ancora in atto e che, superata la fase dei tiri
d'artiglieria, deve evolversi non contro qualcuno ma a favore della
reale uguaglianza tra tutti, ovvero in favore di tutti.

venerdì 11 settembre 2009

RELIGIONE A SCUOLA, UNA GARA DEGNA DI MIGLIOR CAUSA



"Religione a scuola, una gara degna di miglior causa"

E' in corso, a mio parere, una sorta di gara per essere più realisti del re in tema di ora di religione che, occorre ricordarlo, nella scuola pubblica italiana e quindi a carico di tutti, è solo quella cattolica.
Se è fastidioso, ma comprensibile, non certo giustificabile, che a rivendicare una sorta di supremazia religiosa siano alcuni esponenti della Chiesa, è civilmente intollerabile che analoghe considerazioni vengano espresse da esponenti politici, persino componenti del Governo.
La strumentalizzazione è facilmente rilevabile ove si tenga conto che nessuno, tanto meno coloro che con le varie sentenze stanno minando (non solo a riguardo della scuola) uno stato di cose evidentemente scricchiolante, muove guerra alla Chiesa viene semplicemente posto in rilievo che non vi è un uguale trattamento nei confronti delle altre espressioni del credere e talvolta anche del non credere. Perché non indirizzare allora gli sforzi verso una soluzione che conceda a tutti pari trattamento?

Gadi Polacco, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

da www.moked.it

mercoledì 2 settembre 2009

LA GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA - 6 SETTEMBRE 2009 - TUTTI I PROGRAMMI SU WWW.MOKED.IT

UNA SCELTA CORAGGIOSA
di Renzo Gattegna
Presidente dell'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane

La decima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica coincide con una interessante ed entusiasmante svolta, sempre mantenendo fermo lcobiettivo di apertura dell'ebraismo verso tutti coloro che sono interessati a conoscerne la cultura, la vita, i valori. Le precedenti edizioni sono passate attraverso il recupero e la diffusione della cultura tradizionale, l'apertura delle porte per consentire le visite delle nostre sinagoghe, la conoscenza dei luoghi nei quali gli ebrei hanno vissuto, la scoperta dei segni della presenza ebraica e degli itinerari che sono stati percorsi nel corso della millenaria diaspora. L'edizione del 2009 ci sta facendo provare l'emozione e l'ebbrezza di una coraggiosa avventura. La decisione che abbiamo preso di scegliere Trani come citta' capofila per l'Italia della Giornata della Cultura, e nello stesso tempo di promuovere in Puglia il primo Festival della Cultura Ebraica, comporta rischi e incognite di varia natura. E' la prima volta che l'ebraismo italiano propone un'iniziativa cosi' importante in una regione dove non ci sono Comunita' ebraiche, e la presenza di correligionari e' limitata, e sparsa nel territorio. Ma la Puglia e' ricca di storia e di tracce della presenza ebraica. E proprio in Puglia assistiamo oggi ad un interessante risveglio di vita ebraica e di interesse verso l'ebraismo e la cultura ebraica. Anche per queste ragioni abbiamo ritenuto non piu' rinviabile la riscoperta di un intenso capitolo della storia italiana e della storia ebraica che da oltre 500 anni, e non per caso, e' rimasto quasi sconosciuto, e che e' stato approfondito solo da pochi appassionati studiosi. Abbiamo trovato la forza e la determinazione necessarie per proporre questo difficile argomento perche' in questo momento in Italia gli ebrei sentono di poter contare su larghi consensi, solidarieta', interesse, simpatia e sincera volonta' di conoscenza. La prova di tutto cio' e' data oltre che dall'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e dai numerosi e significativi patrocini concessi alla Giornata della Cultura, anche e soprattutto dalle strette sinergie operative nate, e continuamente rafforzate, sia con il Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali che con la Regione Puglia. Cinquecento anni dopo la scomparsa delle numerose comunita' ebraiche dal sud d'Italia, il desiderio di verita' supera le passioni e il dolore per le persecuzioni subite. Prevale ancora una volta il desiderio di conoscere, e di far conoscere, il contributo ebraico allo sviluppo del Meridione, e quanto l'Italia ha perduto con l'applicazione dei provvedimenti contro gli ebrei anche nel Regno delle Due Sicilie, come era avvenuto nella penisola iberica ad opera dell'Inquisizione spagnola, a partire dal 1492. Abbiamo deciso quindi di non limitarci ad aprire le nostre porte e a far conoscere noi stessi e la nostra cultura, ma di andare oltre, partendo dal presupposto che la storia e la civilta' sono un patrimonio comune. A Trani, citta' capofila della Giornata della Cultura, e nella Puglia, che ospita il Festival, compiamo il primo passo verso la riscrittura di un intero capitolo, che e' parte integrante della storia d'Italia e degli ebrei italiani.

PER SCOPRIRE IL PROGRAMMA GENERALE DELLA GIORNATA : WWW.MOKED.IT

lunedì 24 agosto 2009

INVITO - 26 AGOSTO 2009 - ORE 18.OO

Dinora Mambrini

vi invita mercoledì 26 ore 18 alla Rotonda, nell'area Libreria della Festa Democratica di Livorno. Gadi Polacco (Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) la affiancherà nella presentazione del libro "UN PAESE NON BASTA" di Arrigo Levi. VI ASPETTIAMO PER RIFLETTERE E CONFRONTARCI!

venerdì 21 agosto 2009

INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA "RIMESSI IN GIOCO" . UN COMMENTO RILASCIATO ALL'ANSA

Dunque gli insegnanti di religione cattolica ,l'unica insegnata nella
scuola pubblica italiana e peraltro a carico del pubblico bilancio, sono
"stati rimessi in gioco", come è stato sritto,da un provvedimento
ministeriale, tramite DPR, che oltrepassa temporaneamente la sentenza
del TAR del Lazio,almeno sino al pronunciamento del Consiglio di Stato.
Un saggio modo di governare dovrebbe cercare soluzioni tendenti
all'armonia tra le varie componenti della società e questo provvedimento
non pare proprio destinato a ciò, apparendo anzi propedeutico ad
ulteriori ricorsi e divisioni.
Dinanzi a questa sorta di "prova di forza", dai contorni peraltro
grotteschi visto che taluni la vogliono correlare alla presunta difesa
di una "maggioranza" che in quanto tale è già di per se ampiamente
tutelata,viene spontaneo chiedersi perchè non ci si attivi invece,come
avviene in altri paesi,per diversificare la gamma di insegnamenti
religiosi nella scuola pubblica ed introdurre,per quanti non interessati
o non credenti, reali materie alternative.

Gadi Polacco
Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

mercoledì 12 agosto 2009

TAR DEL LAZIO : SENTENZA SULL'ININFLUENZA DELL'ORA DI RELIGIONE CATTOLICA SULLA DETERMINAZIONE DEL CREDITO SCOLASTICO

La sentenza del TAR del Lazio che esclude dalla determinazione del
credito scolastico la frequenza dell'ora di religione cattolica (l'unica
peraltro presente nella scuola pubblica italiana),è ineccepibile e
contiene dei rilievi di grande importanza in quanto richiamanti ad una
corretta applicazione del dettato costituzionale,relativamente
all'uguaglianza tra tutti i cittadini credenti vari o non credenti.

Da alcune reazioni stizzite è peraltro evidente come sia stato toccato
un nervo scoperto ed in uno Stato Laico non può esservi , come ribadito
peraltro nel testo della sentenza e diversamente dai "desiderata" di
alcuni, posto per posizioni "dominanti" stabilite per giunta "erga
omnes" : altresì non si può indulgere dinanzi all'uso di invocare o meno
i pronunciamenti della Magistratura a corrente alternata

Questa sentenza ma anche alcune precedenti di altri organismi sempre
riguardanti tematiche affini, mette semmai in luce il vuoto lasciato in
merito dalla politica e che sarebbe opportuno venisse colmato con una
normativa a prova di dettato costituzionale.

Non si tratta ovviamente di andare "contro" qualcuno, bensì di attivarsi
per un compiuto modello di Stato Laico che,in quanto tale,è garante
della piena libertà di tutti in reciproco rispetto.

Gadi Polacco
Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

12 agosto 2009

lunedì 10 agosto 2009

IL PRESIDENTE DELL'UNIONE DELLE COMUNITA' EBRAICHE ITALIANE INTERVIENE CIRCA LE PAROLE DEL PAPA

PAPA: GATTEGNA (UCEI), CONDANNA INEQUIVOCABILE DELLA SHOAH
(ANSA) - ROMA, 9 AGO - "Le parole del papa appaiono come una condanna
ancora più inequivocabile e definitiva della Shoah del popolo ebraico e
di qualsiasi altra forma di genocidio e di persecuzione". Questo il
commento del presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane
(Ucei) Renzo Gattegna. "Sono parole - ha proseguito - che assumono un
significato particolare perché non appaino ispirate, come in altre
occasioni, da fatti contingenti ma dettate invece da una profonda
riflessione storica e teologica". Gattegna ha poi sottolineato:
"Benedetto XVI si era già espresso con chiarezza e con fermezza -
ribadite poi con il viaggio in Israele e l'impegno a visitare la
Sinagoga di Roma - nella scorsa primavera allorché volle smentire e
delegittimare le posizioni di alcuni esponenti del clero cattolico che
avevano rilasciato dichiarazioni tendenti a negare la Shoah o a sminuire
la gravità del tentativo di sterminio totale del popolo ebraico". "Le
esternazioni di oggi - ha concluso - dovrebbero mettere il suggello e
chiudere per sempre lo spazio a teorie o a interpretazioni diverse".

Una simpatico racconto sempre valido...

Daniel Haviv ci segnala questo estratto dal settimanale dei hassidim "Sihat Hashavua" del 7.8.09:
 
Poco tempo dopo che fu nominato come rabbino di Bargasas (in Ungheria) il Rav Abraham Yehuda Leib Schwartz scoppio' in quella comunita' una polemica pubblica assai animata intorno alla scelta del Hazan (officiante - ndr). Ben presto il nuovo rabbino si rese conto che dietro le quinte della diatriba stavano alcuni sarti e calzolai, membri della comunita', che, evidentemente poco occupati, dedicavano molte energie a "mestare nel torbido".
Salito sulla Teva' per il sermone sabbatico, disse Rav Abraham: "La Torah racconta che gli Ebrei nei quaranta anni di peregrinazioni nel deserto ebbero molto a discutere sull'acqua e sulla carne, su agli e cipolle, e perfino sul diritto al sacerdozio, ma mai su chi dovesse occuparsi della preghiera pubblica, il Hazan. Come possiamo spiegarci questo miracolo? Ecco qui: sta scritto (Deut.Cap.8,4): >Per tutti i quaranta anni la tua veste non si consumo' e la tua gamba non si gonfio'<, cosicche' per tutto quel periodo non ci fu bisogno ne' di sarti ne' di calzolai.....

venerdì 31 luglio 2009

RAPPORTO ISRAELIANO SULL'OPERAZIONE "PIOMBO FUSO"

Da : www.jpost.com sito del giornale Jerusalem Post
The Jerusalem Post Internet Edition

Israel: Gaza op necessary, proportionate

Jul. 30, 2009
ap and jpost.com staff , THE JERUSALEM POST

A government report released Thursday insisted that "incessant" Hamas rocket attacks forced Israel to hit Gaza hard earlier this year, countering charges of war crimes but acknowledging that more than a dozen criminal inquiries are underway.

The 160-page report was called the first comprehensive Israeli government study of Operation Cast Lead in December and January that killed more than 1,100 Palestinians.

It was an attempt to answer charges from Palestinians, the UN and human rights groups that Israeli forces committed war crimes and violated international law during the three-week operation. Charges have included indiscriminate and intentional firing that killed civilians and destroyed property.

During the conflict, Israeli warplanes, tanks and artillery obliterated Palestinian government buildings and destroyed or damaged thousands of apartments, houses, businesses and factories. Israeli officials have acknowledged that their soldiers used additional firepower to keep their own casualties down.

Ten Israeli soldiers were killed during the conflict, along with three civilians who died in rocket attacks.

The scope of the destruction has triggered a flood of scathing reports from human rights groups.

Defending Israeli actions, the government report said it was not meant to be an "assertion of infallibility," but rejected the charges one by one, attributing excessive damage and casualties to understandable wartime mistakes.

The report said Israel is investigating about 100 complaints and has opened 13 criminal inquiries. A military statement Thursday said criminal cases under investigation now number 15.

"Israel had both a right and an obligation to take military action against Hamas in Gaza to stop Hamas' almost incessant rocket and mortar attacks," the report's executive summary stated, noting that 12,000 rockets and mortars were fired at Israel between 2000 and 2008, including nearly 3,000 in 2008 alone.

"Under international law, Israel had every right to use military force to defend its civilians," the report said.

The report said 1 million Israelis were threatened by Hamas rockets, tens of thousands were traumatized and thousands fled their homes. It called the offensive, which began Dec. 26 and lasted three weeks, a "necessary and proportionate" response.

Hamas official Mushair al-Masri rejected the report, repeating the charge that Israel committed war crimes in Gaza. "This report is ridiculous and stupid and does not deserve a response," he said Thursday.

Western-backed Palestinian Authority President Mahmoud Abbas has denounced the Hamas rocket fire but charged that Israel's response was excessive.

The report analyzes at length the steps Israeli forces took to minimize civilian casualties in Gaza, while claiming that some such casualties were inevitable because Hamas fighters took up positions in crowded neighborhoods.

It said international law is violated only "when there is an intention to target civilians," and Israel had no such intention - in contrast to Hamas targeting Israeli civilians with its rockets.

The report explains damage to UN facilities by blaming Hamas for setting up rocket launchers nearby.

In one of the specific case studies, the Israeli report dismissed charges that dozens of Palestinian civilians were killed or wounded by white phosphorous shells, which are used to lay down smoke screens.

In a footnote, the report claimed, "There appear to have been no documented deaths in Gaza resulting from exposure to white phosphorus itself." The report acknowledged that shell casings with phosphorus residue could have hurt some people and started fires, but "it does not appear that damage from this use can be regarded as excessive."

Amnesty International is among the groups charging Israel with war crimes. In a report this month, the group deplored Israel's use of less-precise artillery shells and white phosphorous in built-up areas. It also accused Israeli forces of using Palestinians as "human shields" and frequently blocking civilians from receiving medical care and humanitarian aid.

Internal investigations into the use of white phosphorous have "uncovered no violations of international law," the report said, but noted that some inquiries are still in progress.

The report detailed steps aimed at limiting civilian casualties, counting 2.5 million leaflets and 165,000 phone calls to civilians warning them to leave targeted areas. Also, it said, humanitarian aid flowed into Gaza throughout the conflict.

In related news, the IDF has decided that in the event of a future conflict it will issue more detailed warnings to Palestinians before air strikes in residential areas. In recent discussions on the results of the operation, senior IDF officers have called to make improvements to procedures and to provide more details in the flyers to ensure that the Palestinians realize that their lives are at risk. Some of the flyers may henceforth include details on routes that the Palestinians can use to flee an area which is scheduled to be invaded.

Yaakov Katz contributed to this report.


mercoledì 22 luglio 2009

DALLA PARTE DEI GIORNALISTI ISRAELIANI

Da parte di "Non in mio Nome", gruppo formato su Facebook da oltre 1.500
giornalisti e lettori


Alll'attenzione di:

Franco Siddi , Segretario della Fnsi
Roberto Natale, Presidente della Fnsi

Egregio Segretario, egregio Presidente,

dopo lo scandaloso e vergognoso voto con il quale i membri
dell'esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti hanno
espulso i colleghi israeliani, senza ascoltarne le ragioni, vi chiediamo:

a) Il voto del rappresentante italiano, Paolo Serventi Longhi, è stato
concordato con la segreteria e/o con la giunta della Fnsi?

b) Dopo la polemica vicenda delle quote (sollevata dai colleghi
israeliani in seguito alla costante esclusione da momenti importanti
della Federazione internazionale, come l'aver tenuto all'oscuro i
giornalisti israeliani di una missione investigativa sugli eventi di
Gaza. E che in ben due occasioni, a Vienna e a Bruxelles, i giornalisti
israeliani sono stati esclusi dagli incontri sul Medio Oriente), pensate
anche voi, come Serventi Longhi, che l'unica soluzione fosse quella
burocratica, invece che avviare finalmente un chiarimento politico al
vertice della Fig?

c) E' utile per noi italiani far parte di questo organismo non
democratico che costa alla Fnsi – quindi alla tasche di tutti gli
iscritti – circa 100 mila euro l'anno?

d) Sono stati mai esaminati dalla Fig e dai suoi vertici gli omicidi di
colleghi in Iran, in Cecenia, e in altre parti del mondo?

e) E' mai stata presa una posizione ufficiale su questi tragici avvenimenti?

f) La Federazione internazionale è mai intervenuta sui giornalisti di
quelle tv arabe che reclamano "la morte di tutti gli ebrei"?

A nome di oltre 1.500 aderenti (giornalisti e lettori) vi chiediamo di
prendere pubblicamente le distanze da una decisione vergognosa e
inaccettabile dalla società civile. E di promuovere, contemporaneamente,
un'indagine sull'intera attività della Federazione internazionale, con
una commissione di cui faccia parte qualcuno degli amministratori di
questo gruppo, sospendendo , nel frattempo, la partecipazione della FNSI
alle attività della Federazione Internazionale.

Vogliamo saperne di più, poiché funziona anche con i nostri soldi.

Sergio Stimolo, Onofrio Pirrotta, Pierluigi Battista, Silvana Mazzocchi,
Cinzia Romano, Mariagrazia Molinari, Gianni de Felice, Paola D'Amico,
Nicola Vaglia, Enzo Biassoni, Paola Bottero, Luigi Monfredi , Antonio
Satta, Maria Laura Rodotà, Stefania Podda, Marida Lombardo Pijola,
Daniele Repetto, Dimitri Buffa, Emanuele Fiorilli, Antonella Donati,
Paola Tavella, Anna Maria Guadagno, Monica Ricci Sargentini, Maria
Teresa Meli, Giovanni Fasanella, Mirella Serri, Stefano Menichini,
Marina Valensise, Gloria Tomassini, Franca Fossati, Mariella Regoli,
Claudio Pagliara , Daniele Renzoni, Daniele Moro (seguono altre 1.500 firme)

ROMA 22 luglio 2009

lunedì 13 luglio 2009

SI APRONO I GIOCHI DELLE MACCABIADI 2009 IN ISRAELE : LA SQUADRA ITALIANA DI VOLLEY E' CAPITANATA DA UNA LIVORNESE

Comunitando

(a cura di Gadi Polacco)


Maccabiadi in Israele 2009 : una livornese guida la squadra italiana di volley

Livorno, 13 luglio 2009

Con la sfilata inaugurale del 13 luglio 2009 si aprono ufficialmente i giochi delle "Maccabiadi 2009" in Israele che si concluderanno con la sfilata di chiusura . Questa manifestazione, talvolta definita "Olimpiadi ebraiche" e giunta alla diciottesima edizione, viene organizzata ormai da decenni dalla Federazione israeliana Maccabi e coinvolge i gruppi sportivi della rete attivi a livello internazionale.Le Maccabiadi europee 2007 si tennero a Roma.Nelle compagini italiane spesso sono stati presenti atleti livornesi ed ancora è assai vivo il ricordo del folto gruppo che,in passato, venne organizzato e condotto ai giochi  dal compianto presidente del Maccabi Livorno Baruch Schinasi.

La squadra italiana di Volley, che giocherà a partire da domani presso la "Bar Lev Hall" di Kfar Saba ,è capitanata da una livornese, Micol Novelli.
Questo l'impegnativo calendario che attende la squadra femminile italiana  di volley:

14 Luglio ore 11: BRASILE - ITALIA
15 Luglio ore 15: ITALIA – MESSICO
16 Luglio ore 11: CANADA – ITALIA
19 Luglio ore 15: ITALIA – USA
20 Luglio ore 19: ISRAELE – ITALIA
seguono le semifinali e la finale.

Non è difficile su internet seguire gli esiti della manifestazione che ha comunque anche una propria pagina su Facebook, il famoso social network, denominata 18th Maccabiah Games 2009.
I giochi sono anche visibili sul sito ufficiale www.maccabiah.com e sulla TV  JLTV , sito www.jewishlifetv.com


Foto : il logo delle Maccabiadi e Micol Novelli (foto da Facebook)



lunedì 8 giugno 2009

ISRAELE E OBAMA : UN'OPINIONE LIVORNESE DA ISRAELE

*Israele e Obama.*

Generalmente quando avviene in un paese uno scambio di governo, si
assiste anche a una svolta nella sua politica interna e internazionale,
ma nel caso della situazione mediorientale ci sono stati ultimamente due
cambi di governo, in Israele e negli USA, per cui lo scossone e' ancora
piu' forte, al punto che sarebbe piu' adeguato parlare di terremoto. E
in questo caso la cosa e' ancora piu' complicata dal momento che i due
cambi di rotta sono di segno opposto: negli Stati Uniti ha preso le
redini un presidente deciso a intraprendere una politica di
pacificazione generale, rivolta anche alla frangia intransigente e
teocratica del mondo islamico costituita dall'Iran, mentre in Israele si
e' formato un governo di destra con al centro il Likud di Netaniahu, una
frangia forte e intransigente costituita dai partiti religiosi e dal
"falco" Lieberman e una frangia socialdemocratica debole, il partito
laburista, un "barone dimezzato", che sta passando una grave crisi di
quantita' e soprattutto di qualita'.

Molti in Israele sono preoccupati perche Obama sta mettendo Netaniahu
con le spalle al muro e vedono in questo un inizio di abbandono
dell'appoggio incondizionato a Israele, altri sono ottimisti, perche'
vedono nel suo atteggiamento una possibilita' di pacificazione generale
nella zona, se il mondo arabo accettera' alla fine l'idea dell'esistenza
di Israele.

Netaniahu ha finora tenuto duro sui suoi due NO: alla costituzione di
uno stato palestinese e al processo Annapolis/RoadMap, ma probabilmente
dovra' retrocedere su qualche punto, se non altro sullo smantellamento
degli insediamenti illegali nei territori occupati della Cisgiordania.

Le elezioni in Libano, vinte dal partito antisiriano, sono un fatto
positivo, anche se il Hisballah sembra in crescita. Con questa vittoria
la stessa democrazia libanese si e' salvata per un pelo, immaginiamo
come potrebbe il Libano restare democratico se avesse preso il potere un
partito islamico di obbedienza siriano iraniano. Ma il presidente
Hariri, di fronte alle pressioni siriani e sciite, dovra' sicuramente
scendere a compromessi se vorra' mantenere il potere, e Israele dovra'
continuare a stare con gli occhi bene aperti anche in direzione Nord.
Speriamo bene.

Daniel Haviv (Cabib)

martedì 31 marzo 2009

ISRAELE ACCOGLIE I PROFUGHI DEL DARFUR, MENTRE I PAESI ARABI APPOGGIANO IL PRESIDENTE SUDANESE SUL QUALE PESA UN MANDATO DI CATTURA INTERNAZIONALE

Ieri sera hanno dato alla TV  israeliana un servizio su un bimbo di 11 anni, profugo dal Sudan, sfuggito con la madre alle stragi di Darfour e arrivati entrambi in Israele dopo un'odissea nel deserto, raccolti allo stremo al confine con l'Egitto, dopo che avevano fatto il tratto egiziano della fuga dentro un camion nascosti sotto uno strato di sabbia. In Israele sono stati accolti e sfamati e sistemati in appartamenti molto modesti a spese dello stato, come altre centinaia di profughi dal Sudan. Il bimbo va a scuola a Tel Aviv, impara l'ebraico e si sta gia rivelando come dotato di un'intelligenza eccezionale, cosa che sicuramente non si sarebbe espressa se fosse rimasto nel Sudan, a parte il fatto che adesso forse non sarebbe nemmeno fra i vivi. L'ultima frase che ha detto al giornalista della TV ha fatto commuovere tutti. Alla domanda su che cosa vuol fare da grande ha risposto: tornare in Africa e fondare una scuola. Io sono sicuro che questo bimbo, che si chiama Marco (chissa perche proprio un nome cosi' italiano?), non solo sara' da grande il direttore della sua scuola, ma sara' anche il ministro dell'Educazione nel suo Paese.

Tutto questo te lo scrivo non solo perche la cosa e' commovente di per se, e potrebbe interessare i lettori del nostro sito Comunitando, ma soprattutto perche' si sta svolgendo in questi giorni la conferenza di Docha (emirato del Katar), nella quale il presidente del Sudan, Bashir, vi e' accolto come ospite d'onore, nonostante penda sulla sua testa un mandato di cattura internazionale per genocidio di milioni di suoi cittadini. Nessuno stato arabo ha mosso un dito di fronte a quello che sta succedendo nel Sudan da anni, anzi appoggiano il presidente e la sua politica interna criminale, e Israele e' l'unico paese del Medio Oriente che accoglie e aiuta i profughi sudanesi. In Egitto sono considerati clandestini di passaggio e se vengono scoperti vengono ammazzati sul posto.

Daniele Haviv (Cabib)

sabato 14 febbraio 2009

DUE RIFLESSIONI DOPO LE ELEZIONI ISRAELIANE, IN ATTESA DEL CONFERIMENTO DEL MANDATO PER TENTARE DI FORMARE IL NUOVO GOVERNO


di DANIEL HAVIV (CABIB)

Il soldati e la democrazia
La democrazia israeliana ha dato prova di se' in un particolare al margine delle recenti elezioni, sui quali i media si sono soffermati giustamente solo en passant: il voto dei soldati. Il giorno seguente alla lunga e faticosa notte fra il 10 e l'11 febbraio molti hanno esultato o pianto, ma tutti sapevano che quel mandato che separava il Kadima dal Likud non era definitivo e molti si aspettavano (temevano o speravano, a seconda delle tendenze politiche) che i risultati del voto dei soldati avrebbe cancellato quella piccola differenza e che la destra si sarebbe rafforzata ancora di un pochino. Ma il giorno seguente le presidente della commissione per le elezioni dichiarava che i risultati definitivi, dopo il vaglio dei voti dei soldati, anche delle postazioni piu' remote e a maggior rischio, erano rimasti immutati. Questo fatto e' un'ulteriore dimostrazione che in Israele l'esercito non e' una casta separata, depositaria di tendenze e disegni politici suoi, come succede in molti paesi meno che democratici, ma un'emanazione della volonta' popolare, un'entita' che e' parte integrante del tessuto sociale israeliano, nella quale si rispecchiano fedelmente anche le opinioni e le tendenze politiche. Con questo Israele ha dato un'ulteriore prova della forza e della stabilita' della sua democrazia. 
 
 
 
Il decisore
Anni fa mia moglie mi regalo' per il compleanno un gingillo che li' per li' non mi fece grande impressione, a parte il sorriso di felicita' momentanea per l'attenzione amorevole che mi dimostro'. Quel gingillo era un simpatico fermacarte che ancora oggi se ne sta seduto sui miei innumerevoli foglietti e fogliettini promemoria che popolano il mio tavolo in ufficio: una pesante sferetta che puo' ruotare intorno a un pernio, e sulla sua base sono scritte parole come: yes, no, ask your mom, fire him, ask the boss, today, tomorrow, e altre. Dando il giro alla sferetta, dopo pochi secondi la freccetta scolpita su di essa si ferma su una di quelle parole. Questo fermacarte si chiama "decisore" e il suo compito e' proprio quello di aiutare il suo proprietario indeciso a prendere decisioni. Il mio decisore e' li' sul tavolo da anni e me ne ero quasi dimenticato, dato che posso vantarmi di aver adottato un metodo molto diverso per prendere le mie decisioni, ma stasera, guardando le notizie alla TV, qualcosa me lo ha riportato alla coscienza in modo alquanto traumatico: durante l'intervista a un politico israeliano importante, nella quale si facevano da entrambe le parti congetture su se e come si riuscira' a districare la matassa politica che si e' venuta a formare in seguito alle recenti elezioni, ho fatto caso che sul tavolo di quel politico c'e' un fermacarte uguale al mio, e il mio cuore ha avuto un sussulto, dal quale mi sto ancora riprendendo.

mercoledì 11 febbraio 2009

ELEZIONI ISRAELIANE : COMMENTI UN GIORNO DOPO I RISULTATI DEI "LIVORNESIM", I LIVORNESI CHE VIVONO IN ISRAELE

La vittoria del Kadima, che ha avuto il maggior numero di mandati, sembra una vittoria di Pirro. A meno che Netaniahu non accetti di essere il suo numero due in un governo di coalizione allargato, la Livni non ha alcuna probabilita' di formare un governo, mentre Netaniahu potrebbe facilmente mettere insieme un governo di destra abbastanza stabile, grazie al gruppo di Lieberman "Israel Beitenu", che in un'ascesa meteorica ha aggiunto mandati a quelli che aveva gia', e ad altri partiti di destra, insieme 64 o 65 mandati sui 120 della Keneset. Ma Netaniahu, con in mano questa possibilita', non rinuncera' facilmente alla possibilita' di assumersi la responsabilita' della guida del prossimo governo. L'esito di queste elezioni marca anche la caduta e l'uscita dalla scena del partito laburista, come se avesse esaurito il suo compito storico di fondatore e guida d'Israele nei suoi anni piu' difficili. Gia' negli anni '70 il Maarach aveva cominciato a cedere il passo al Likud di Begin, alternandosi poi al Likud con alti e bassi. Fra il '92 e il '95 il Maarach (e con esso Israele) aveva vissuto un esaltante revival di grande sviluppo economico e politico con il governo Rabin, ma questo fini' tristemente con una serie di attentati terroristici e con il trauma dell'assassinio di Rabin stesso. Il copione piu' probabile che si sta delineando adesso e' un altro governo di destra, ancora piu' di destra del precedente governo Netaniahu ('96-'99), con la partecipazione di Lieberman, e la cosa preoccupa molti, non tanto per il fatto che quest'ultimo sia sotto indagine per corruzione, ma soprattutto a causa del suo atteggiamento contrario all'indipendenza del potere giudiziario e intollerante verso le minoranze. La situazione e' comunque ancora fluida e il prossimo futuro puo' riservarci delle sorprese.
Daniel Haviv (Cabib)

Dipende ora da che cosa gli offriranno questi due (Livni e Netaniahu)  e i loro oblighi verso la sua (Liberman) linea  politica. Possibile anche un governo di unità nazionale Kadima-Likud , con rotazione dei capi di governo. Logicamente questo e' il quadro della situazione in questo momento.Domani ne sapremo di piu.E'allora come si dice in America:" Dio salvi Israele", o pure :"Dio salvi l'America" che e' la stessa cosa...
Paul Fang

martedì 10 febbraio 2009

Elezioni in Israele : "ora che il conteggio è avvenuto...". Commento da Gerusalemme di Sergio Molco

Ora che il conteggio e` avvenuto ed i risultati sono ormai chiari ci e`
possibile accompagnarli con un commento che dice in pratica una cosa :
nonostante il vantaggio di un mandato Kadima non potra` costituire il
prossimo governo ,poiche` l'ago della bilancia politica e` oscillato
completamente a destra dando a questo raggruppamento la maggioranza di
64 seggi e nel quale Liberman ,con i suoi 15, ha il potere di
incoronare il nuovo primo ministro israeliano .
L'elettorato israeliano percio` dimostra in queste elezioni uno stato di
"schizzofrenia" simpatizzando da una parte per una personalita` politica
"pulita",nelle vesti della Livni che non volle scendere a compromessi
riproponendosi al voto popolare, e dall'altra evidenziando la sua
preferenza per una linea dura nei confronti di Hamas .Netaniahu non
potra` sottrarsi dal prendere decisioni in questo senso se vorra`
mantenere la conduzione del governo .Resta da vedere come la cosa verra`
messa in pratica e quali reazioni suscitera` alla Casa Bianca e nelle
capitali europee.Anche la risonanza di questa virata a destra nelle
capitali arabe che hanno rapporti diplomatici con Israele sara`
senz'altro notevole :ma ancora di piu` si assistera` ad uno sbocco
d'intransigenza da parte di quei paesi come la Siria e l'Irak ,per non
parlare dell'Iran, che proseguiranno la loro guerra ad oltranza contro
lo stato ebraico . Barak percio` viene punito dall'elettorato israeliano
che nonostante la versione ufficiale individua in lui chi, nell'ultima
guerra contro Hamas, non ha fatto in modo di eliminare dalla mappa
questo movimento ,che percio` puo` dichiarare la sua "vittoria" con il
proseguimento di bombardamenti verso la popolazione civile israeliana
,mettendo in scacco il potente esercito israeliano .


Tutte queste asserzioni decaderanno nel caso che i due partiti di
maggioranza addivengano ad un accordo tra di loro che, con l'aggiunta di
un altro partito come Avoda',Shas od entrambi ,estromettera` dal gioco
politico il rafforzatosi partito di Liberman e gli altri partiri
dell'estrema destra : in questa ipotesi questi di nuovo si troveranno
scornati nel loro disegno di decidere delle sorti del paese secondo
l'ideologia di un" grande " Israele e non attraverso una spartizione tra
due stati distinti .

LE ELEZIONI IN ISRAELE VISTE DAI "LIVORNESIM", OVVERO I LIVORNESI CHE RISIEDONO IN ISRAELE (3)

*COMUNITANDO
www.livonoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)
*
/*L'ora è tarda (in Israele l'orologio è avanti di 60 minuti rispetto a
noi)....
*/
Ciao Gadi !Io ora me ne vado a letto ,dopo questa giornata lunga ed
apparentemente piena di sorprese ,perche` lo scavalcamento della Livni
che ha bruciato in volata Netaniahu non ha permesso di far avvenire
quell'accentramento di forze che avevo previsto ,dando invece la
preferenza al Kadima .Pero` la cosa non ha fatto diventare piu` chiara
la situazione politica generale perche`, tutto sommato, la destra ancora
riceve piu` mandati (seggi) della sinistra come gia` hai potuto vedere
da cio` che ti ha riportato Gastone (Dan).Che cosa decidera` il
presidente Peres ,nessuno ancora si azzarda a predirlo ma chiaramente la
"squalifica" di Barak e` un dato che mette in forse la possibilita` di
un suo ingresso al governo per occupare il posto di ministro della difesa.
Tutto cio` alla luce dei dati forniti dai risultati delle votazioni gia
scrutinate su una piccola serie di posti d'osservazione emblematici di
tutte e tre le fonti d'informazione israeliane televisive :queste
dichiarano unitariamente la vittoria della Livni su Netaniahu .Pero` e`
chiaro che non si tratta di fonti ufficiali ne` di risultati finali :
percio` conviene aspettare il mattino per avere un risultato piu` sicuro .
buona notte e a risentirci .................s.
/*E allora buona notte e grazie ai nostri "corrispondenti" !

INTANTO IL JERUSALEM POST SINTETIZZA IN HOME PAGE LA SITUAZIONE COSI':
*/
Exit polls: Kadima edges Likud


Livni may not be able to form gov't due to large right-wing bloc
<http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1233304741384&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull>

Kadima expected to win 30 mandates, Likud - 28, Israel Beiteinu - 15 and
Labor only 13; right-wing bloc slated to win 63-64, left-wing 56-57.


Kadima, Likud claim election victory
<http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1233304743367&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull>

Both Livni and Netanyahu say they will be "next PM of Israel," Barak
says he'll continue leading Labor.


Exit polls show Right bloc beating Left
<http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1233304744443&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull>

Barak: Shattered system of government must be changed; Meretz leader
Oron: "left-wing hit hard."

LE ELEZIONI IN ISRAELE VISTE DAI "LIVORNESIM", OVVERO I LIVORNESI CHE RISEDONO IN ISRAELE - PARTE 2 (BREAKING NEWS COMPRESE)

COMUNITANDO
www.livornoebraica.org
(a cura di Gadi Polacco)
Parte 2
1)
In sostanza i risultati dei primi conteggi dei voti dimostrano che la maggioranza dei israeliani si e' allontanata ancora di più dalla sinistra. Più che altro per il fatto che Liberman ,con Israel Beitenu, sembra risultare come il terzo partito nelle preferenze. Così proprio Liberman ha la facoltà di incidere sulla decisione del presidente Peres di scegliere chi sarà il capo del governo: la Livni o Netaniahu.A sua volta Liberman non volta le spalle ne a Zipi ne a Bibi (Netaniahu)
Paola
2)
Previsioni o speranze:
se i seguenti tre partiti volessero unirsi per cercare di dare stabilità allo Stato e riformare il sistema elettorale, saremmo come si dice a cavallo, ma è una speranza molto difficile da vedersi realizzata.
I partiti in questione sarebbero:
Kadima, Likud e Avoda con 68 mandati (seggi), dunque ben in grado di formare una maggioranza stabile.
Il lato difficile  è causato dalla rivalità/odio tra Kadima e Likud ed una quasi impossibile accettazione da parte di  Netanyau di non essere capo del Governo.
D' altra parte anche la Livni non cederebbe il comando e perciò tutto sarà nelle mani di Peres e della sua grande esperienza.
Dan (Sergio non partecipa e rimanda alle prime ore della notte)

3) BREAKING NEWS DA JTA

Livni looks like the winner in Israel

Exit polls show Tzipi Livni's Kadima Party narrowly winning Israeli elections. (Brian Hendler)

Exit polls show Tzipi Livni's Kadima Party narrowly winning Israeli elections. (Brian Hendler)

JERUSALEM (JTA) -- Tzipi Livni's Kadima Party appeared to have edged Likud in voting Tuesday, Israeli exit polls showed.

Exit polls released at the close of voting for the 18th Israeli Knesset showed Kadima winning 30 seats and Benjamin Netanyahu's Likud winning 28. Polls throughout the campaign had showed Netanyahu as the front-runner, with Livni gaining ground as Election Day neared.

Avigdor Lieberman's Yisrael Beiteinu vaulted over Labor to become the Knesset's third-largest party, with 15 seats, according to polls, and Labor falling to some 13 seats.

Official results were not expected to be available until the wee hours of Wednesday morning in Israel.

Kadima's apparent victory puts Livni, currently Israel's foreign minister, in the No. 1 spot to put together a coalition government with a minimum of 61 seats and become prime minister.

Still, the right-wing bloc will have about 63 seats, and the left-wing bloc 57, according to exit polls.

Other parties that appear to have passed the minimum threshhold to join the Knesset, according to the exit polls, are Shas, nine seats; Meretz and United Torah Judaism, each with five seats; Jewish Home and Hadash, each with four seats; and Ra'am, Balad and National Union, each with three seats.

Voter turnout was higher than expected as Israelis went to the polls Tuesday on a stormy and cold day following a week of unseasonably warm weather, and after a compressed three-week campaign due to the recent war in Gaza.
 

SPECIALE ELEZIONI IN ISRAELE : LA PAROLA AI "LIVORNESIM" ,OVVERO I LIVORNESI CHE VIVONO IN ISRAELE

COMUNITANDO
WWW.LIVORNOEBRAICA.ORG
(a cura di Gadi Polacco)

ELEZIONI IN ISRAELE : I "LIVORNESIM", OVVERO I LIVORNESI CHE VIVONO IN ISRAELE, COMMENTANO I RISULTATI ELETTORALI
1)
Caro Gadi, ti riassumo la situazione attuale a poco meno di 40 minuti dalla chiusura dei seggi.
Votanti 60% circa
Previsione max votanti 65% circa
Previsioni attuali dei giornalisti intervistati:
Kadima alla pari o leggermente superiore a Likud
Avoda e Israel Beitenu in guerra per il terzo posto e dunque anche loro alla pari,
ma ci possono essere sorprese.
Ne vedremo delle belle soprattutto per cio` che riguarda chi avra` l'incarico di formare il governo...

2)
Ultime notizie a urne chiuse:
Kadima 29 seggi
Likud 25 seggi
Israel Beitenu 15 seggi
Avoda 13 seggi
Dan/Sergio

3) Secondo i primi sondaggi la Zipi (Livni)/ Kadima risulta con 30 mandati (seggi) contro 28 del Likud di Bibi (Netaniahu) ,Liberman -Israel Beitenu 14, Barak -Avoda' 13
Paola

domenica 8 febbraio 2009

ELEZIONI POLITICHE IN ISRAELE : UNA PREVISIONE LIVORNESE.

Comunitando
www.livornoebraica.org
link "Livornesim"
(a cura di Gadi Polacco)

ELEZIONI POLITICHE IN ISRAELE (10.02.09) : LE PREVISIONI LIVORNESI DI SERGIO MOLCO
Sergio Molco, livornese da Israele, "deposita" nelle mani virtuali di "Comunitando" le labroniche previsioni circa l'esito delle elezioni politiche in programma in Israele il 10.02.09
Voglio depositare nelle tue mani la mia previsione : gli scrutini saranno una sorpresa per tutti quelli che davano per scontata una vittoria netta di Netaniahu .Se calcoli che le varie parabole dei partiti piu` forti in lizza sono partite da prima dell'operazione a Gaza con vistose differenze di favore ,avvicinandosi all'appuntamento sembra che dovranno accorciare ancora di piu` le distanze tra di loro .Gli ultimi sondaggi permessi apparsi sui vari giornali del fine settimana accordano ancora al Likud di Netaniahu 25 /27 seggi  ,al Kadima della Livni 21 /23 , ad Israel Betenu di Liberman 17/19 , ed alla Avoda` di Barak 15 /17 seggi.  .Ma la mia opinione e` che ci saranno ulteriori movimenti che incideranno soprattutto agli estremi della compagine e nel caso che la partecipazione alle elezioni giungesse a piu` del sessanta per cento, gli indecisi favoriranno soprattutto chi ancora appare come il vincitore dell'operazione di Gaza ,cioe` Ehud Barak . Egli ha gia` avuto l'incarico di primo ministro, al pari di Netaniahu, ed in questo senso anch'egli e` meritorio di un nuovo tentativo .C'e` gia`, comunque, chi ventila la possibilita` di una rotazione di governo per Livni e Netaniahu ,come avvenne in passato tra Shamir e Peres i qualii riuscirono con questa soluzione a concludere il loro mandato.  Pero` non e` detto che in definitiva non avremo sorprese ancor piu` sconcertanti .In questo caso a  Peres ,ora presidente ,non sara` piu` cosi` scontato come pareva fino a poco tempo fa a chi affidare il compito di formare il governo ed anche non sarà così chiaro su quali accordi i partiti della coalizione daranno gli indirizzi operativi e per quanto tempo questi reggeranno .
Quello che e` certo e` che qualsiasi risultato confermera` la profonda insoddisfazione dell'elettorato israeliano per la classe politica ,ritenuta notoriamente  inaffidabile per il continuo cambiamento di rotta di chi e` andato al potere che, o per costrizione o per tardo convincimento ,ha inziato immediatamente a mettere in pratica la politica degli avversari piuttosto di quella dei suoi sostenitori !
Si spera ,almeno ,che chi avra` l'incarico non sia sospetto di corruzione e connivenza con quelli che sono ritenuti i veri padroni del paese e cioe` le trenta famiglie che si spartiscono tutta la ricchezza del paese .
Come si suol dire, "tutto il mondo è paese". Tra poco sapremo comunque se le sensazioni del nostro Sergio sono esatte.

domenica 11 gennaio 2009

Israeliani, drusi e palestinesi stessi : una riflessione livornese da Israele.

> Contrariamente agli stereotipi con i quali, spesso, si è abituati nel
> mondo a giudicare Israele per le sue azioni di difesa che vengono
> quasi sempre considerate come aggressione contro l'inerme popolo
> palestinese , nonchè al servizio della superpotenza americana che ci
> "sovvenziona"per mettere alla prova tutte le piu` sofisticate
> invenzioni belliche ,si dovrebbe invece considerare meglio la natura
> dell'appoggio concesso al giovane stato d'Israele da parte dell'intera
> popolazione drusa sia in Israele, con la massiccia presenza nelle
> forze armate ed il loro contributo di sangue versato durante i 60 anni
> d'indipendenza ,come pure all'esterno (nel Libano) dove il loro
> sostegno alla nostra causa non e` mai venuto meno: ciò sicuramente
> deriva in buona parte anche dalle incessanti vessazioni che hanno
> dovuto sempre subire dai loro assai scomodi vicini palestinesi .
> Parallelamente a questo importante dato di fatto, ci sarebbe da
> menzionare anche come all'interno della compagine palestinese stessa,
> Israele ha sempre trovato ( con una certa facilità) migliaia di
> persone disposte ad "arruolarsi" nelle sue file : parlo di quelli
> che troppo superficialmente vengono definiti "mashtapim",ovvero
> collaborazionisti prezzolati ,mentre sarebbe più opportuno esaminare i
> motivi piu` profondi di questa collaborazione ,al di la` quindi dei
> puri e semplici scopi di lucro ,mentre un'altra componente della
> popolazione palestinese (senza doversi "macchiare di tradimento alla
> causa) "cerca in tutti i modi di acquistare la cittadinanza israeliana
> per poter finalmente condurre una vita normale all'interno della
> societa` israeliana , apprezzata durante i decenni di "occupazione " e
> che ha fornito un 'onesta occupazione a decine di migliaia d'operai
> che con gioia venivano a lavorare nei cantieri "ebraici" , come in
> tutte le altre infrastutture dei servizi israeliani,a fronte delle
> necessita` di assoldare lavoratori proprie di una società in
> rapidissimo sviluppo.
> Io stesso ho potuto constatare ,nei vari ristoranti italiani che ho
> condotto, come questa moltitudine di giovani e` ,o meglio era
> ,assetata di imparare per mettersi al passo con la societa` moderna
> che veniva loro incontro a braccia aperte , sottraendoli ad un destino
> di stagnazione a canoni di vita di tipo feudale. Spesso poi,
> ritenendo di potersi meglio avvicinare al modello di società libera
> nella quale si erano trovati inseriti,non si peritavano perfino di
> darsi nomi ebraici per "nascondere" la loro provenienza ,dopo aver
> acquisito domestichezza con la lingua ebraica, facendo ogni sforzo
> per parlarla senza inflessioni che "tradissero" la loro proveniebza
> ,cosa che in genere veniva coronata con successo al punto da sfociare
> talora in convivenze e matrimoni quanto mai problematici per la
> tensione sempre viva sotto la pelle dei due popoli in contesa. C'e` da
> dire inoltre che la cittadinanza israeliana e` cosi` apprezzata, per
> tutti i valori democratici che questa riveste ,che nessuno tra i
> palestinesi che l'hanno ricevuta (automaticamente per la loro
> residenza nei confini concordati ,o quelli che l'hanno acquistata per
> volonta` governativa ,come a Gerusalemme, e ancora di piu` quelli che
> l'hanno acquistata a duro prezzo attraverso l'unificazione familiare
> ,attraverso matrimoni o addirittura pagando a impiegati corrotti per
> falsificare documenti ) ci rinuncerebbero : questi si guardano bene
> dal bruciare questo documento come fanno con facilita, in tanti
> luoghi, ` con le bandiere di Israele e degli Stati Uniti. Secondo la
> mia conoscenza della popolazione palestinese, la stragrande
> maggioranza di essa propende per una soluzione equa di spartizione
> ,piuttosto che propugnare una guerra ad oltranza come cerca di portare
> avanti la loro classe dirigente a Gaza .E` noto che in Cisgiordania la
> musica e` diversa : ma tutti sembrano avere le mani legate dagli
> estremisti che non permettono loro di addivenire ad una conclusione di
> storica pacificazione tra questi due popoli , pace che darebbe luce ad
> un processo enorme di sviluppo dell'intera zona mediorientale ,
> preferendo purtroppo scegliere il cieco odio antisraeliano che per
> loro e` il fuoco con il quale si propongono di distruggere, non ci si
> facciano illusioni, tutta la civilta` occidentale.

Sergio Molco (Israele)

lunedì 5 gennaio 2009

Una panoramica livornese da Israele


Sergio Molco (Israele)
4.1.09
Le mie prime visite qui ,a Bet Meir ,avvennero molti anni fa quando mi aggregai ad un gruppo di " affiliati" dediti allo studio della Kabbala`,
 in una delle numerose grotte che abbondano in questa zona della riserva naturale del "Masrek",cosi` denominato perche` appariva
in distanza come un pettine irto di punte, per i suoi pini che crescono folti su queste colline sulla strada che congiunge Tel aviv con
Gerusalemme .Allora non immaginavo che da questo bellissimo punto d'osservazione su uno spazio di quasi cento chilometri di costa
dalla zona di Gaza e fino ad oltre Natania ,si sarebbe rivelato anche come un osservatorio per seguire il movimento aereo delle nostre
forze che combattono al sud del paese contro  Hamas.Oltre a cio` da qui si percepisce anche il rimbombo per ora lontano dei
bombardamenti di ambo le parti ed i cannoneggiamenti verso le zone dalle quali i terroristi di Hamas tengono in scacco
una popolazione civile, vicina al milione di anime ,paralizzata ormai dall'inizio delle operazioni difensive decise dal governo .
Tutto cio` provocato da una setta  fanatica sovvenzionata e guidata dall'Iran ,col sostegno di altri paesi arabi e organizzazioni terroristiche,
che con una indiscriminata gettata di missili di ogni genere ,in appena quaranta chilometri  è in grado di mettere a repentaglio la vita di cosi` tanti cittadini inermi .
Per fortuna ed anche per la preparazione anticipata a questi eventi le vittime sono abbastanza limitate ,anche se nessuno puo` valutare
 le estreme conseguenze di una situazione che martella da anni tutta la zona a sud del paese dal punto di vista psicologico e che
si riversa negativamente ,inoltre, nell'economia gia` danneggiata dalla crisi mondiale .Sempre piu` gente sente il bisogno di doversi allontanare dalle proprie cittadine in cerca di luoghi 
 sicuri per allevare i propri figli ,provati da anni di continui allarmi , ora che la sicurezza personale riveste sempre piu` motivo di decisioni cocenti
che una volta erano provocatie dalla situazione economica e culturale di livello molto piu` basso del centro del paese.
In questo senso le prossime elezioni saranno certamente un sismografo per valutare a chi l'elettore vorra` dare la sua fiducia per
assicurare un futuro di stabilita` economica e sicurezza al paese ,ed anche a chi vorra` dare la decisione di possibili accordi sulla questione territoriale
ancora aperta con i palestinesi e i siriani,ma soprattutto per cio` che concerne la definitiva situazione di Gerusalemme come capitale unificata ed indivisibile
d'Israele.Non c'e` dubbio che per questi temi il paese e` spezzato in due parti quasi uguali da anni ,cosa che ha provocato la caduta di tutti i governi
portandoli a elezioni anticipate che non hanno avuto l'effetto di sbloccare la situazione ,soprattutto per la renitenza provata dei capi
palestinesi, da Arafat in poi ,che si sono rifiutati sistematicamente di arrivare ad accordi che avrebbero assicurato loro la costruzione del proprio stato ,
accanto allo Stato d'Israele .La qual cosa deve far pervenire ogni persona di senso ,nonchè  senza pregiudizi  ,alla conclusione  che il vero disegno finale  degli oppositori di
Israele e` quello della sua distruzione .Molti in Israele pensano che questo loro ambizioso progetto possa venir "messo in atto", paradossalmente,  dagli stessi ebrei
come si e` potuto constatare dal fatto che la distruzione di tutto l'anello degli insediamenti nei dintorni di Gaza non e`servito minimamente ad avvicinarsi ad
una situazione pacifica ,come speravano quelli che appoggiarono Sharon nel prendere la decisione unilaterale di lasciare quella zona incostudita ,dato
che immediatamente e` stata usata come base per avvicinare le postazioni dei kassam e degli altri ordigni ai confini di Israele .
Percio` sostenere che il problema mediorientale verra` risolto con una "giusta " spartizione del  territorio e` vedere in maniera eufemistica una questione che ha
le sue radici , profonde ed antiche ,negli albori di questi popoli che si sono affacciati ultimamente all'attenzione mondiale ,e che risiede in definitiva
nella fede di come si dovrebbe governare la totalita` dell'umanita`.Da una parte,quella d'Israele, con la forza morale assurta  nello spirito delle profezie divine di un avvento messianico che assicuri pace
in tutti i cuori e dall'altra con la convinzione che il dominio avverra` con la forza delle armi e l'intimidazione del terrore islamico.