lunedì 24 agosto 2009
venerdì 21 agosto 2009
INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA "RIMESSI IN GIOCO" . UN COMMENTO RILASCIATO ALL'ANSA
scuola pubblica italiana e peraltro a carico del pubblico bilancio, sono
"stati rimessi in gioco", come è stato sritto,da un provvedimento
ministeriale, tramite DPR, che oltrepassa temporaneamente la sentenza
del TAR del Lazio,almeno sino al pronunciamento del Consiglio di Stato.
Un saggio modo di governare dovrebbe cercare soluzioni tendenti
all'armonia tra le varie componenti della società e questo provvedimento
non pare proprio destinato a ciò, apparendo anzi propedeutico ad
ulteriori ricorsi e divisioni.
Dinanzi a questa sorta di "prova di forza", dai contorni peraltro
grotteschi visto che taluni la vogliono correlare alla presunta difesa
di una "maggioranza" che in quanto tale è già di per se ampiamente
tutelata,viene spontaneo chiedersi perchè non ci si attivi invece,come
avviene in altri paesi,per diversificare la gamma di insegnamenti
religiosi nella scuola pubblica ed introdurre,per quanti non interessati
o non credenti, reali materie alternative.
Gadi Polacco
Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
mercoledì 12 agosto 2009
TAR DEL LAZIO : SENTENZA SULL'ININFLUENZA DELL'ORA DI RELIGIONE CATTOLICA SULLA DETERMINAZIONE DEL CREDITO SCOLASTICO
credito scolastico la frequenza dell'ora di religione cattolica (l'unica
peraltro presente nella scuola pubblica italiana),è ineccepibile e
contiene dei rilievi di grande importanza in quanto richiamanti ad una
corretta applicazione del dettato costituzionale,relativamente
all'uguaglianza tra tutti i cittadini credenti vari o non credenti.
Da alcune reazioni stizzite è peraltro evidente come sia stato toccato
un nervo scoperto ed in uno Stato Laico non può esservi , come ribadito
peraltro nel testo della sentenza e diversamente dai "desiderata" di
alcuni, posto per posizioni "dominanti" stabilite per giunta "erga
omnes" : altresì non si può indulgere dinanzi all'uso di invocare o meno
i pronunciamenti della Magistratura a corrente alternata
Questa sentenza ma anche alcune precedenti di altri organismi sempre
riguardanti tematiche affini, mette semmai in luce il vuoto lasciato in
merito dalla politica e che sarebbe opportuno venisse colmato con una
normativa a prova di dettato costituzionale.
Non si tratta ovviamente di andare "contro" qualcuno, bensì di attivarsi
per un compiuto modello di Stato Laico che,in quanto tale,è garante
della piena libertà di tutti in reciproco rispetto.
Gadi Polacco
Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
12 agosto 2009
lunedì 10 agosto 2009
IL PRESIDENTE DELL'UNIONE DELLE COMUNITA' EBRAICHE ITALIANE INTERVIENE CIRCA LE PAROLE DEL PAPA
(ANSA) - ROMA, 9 AGO - "Le parole del papa appaiono come una condanna
ancora più inequivocabile e definitiva della Shoah del popolo ebraico e
di qualsiasi altra forma di genocidio e di persecuzione". Questo il
commento del presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane
(Ucei) Renzo Gattegna. "Sono parole - ha proseguito - che assumono un
significato particolare perché non appaino ispirate, come in altre
occasioni, da fatti contingenti ma dettate invece da una profonda
riflessione storica e teologica". Gattegna ha poi sottolineato:
"Benedetto XVI si era già espresso con chiarezza e con fermezza -
ribadite poi con il viaggio in Israele e l'impegno a visitare la
Sinagoga di Roma - nella scorsa primavera allorché volle smentire e
delegittimare le posizioni di alcuni esponenti del clero cattolico che
avevano rilasciato dichiarazioni tendenti a negare la Shoah o a sminuire
la gravità del tentativo di sterminio totale del popolo ebraico". "Le
esternazioni di oggi - ha concluso - dovrebbero mettere il suggello e
chiudere per sempre lo spazio a teorie o a interpretazioni diverse".