Un "affaire" estivo livornese : la cena ebraica , ma fino ad un certo punto, nel giorno del compleanno di Amedeo Modigliani (z.l.)
Nel giorno del compleanno, il 12 luglio, del grande artista ebreo livornese Amedeo Modigliani (z.l.) , due iniziative si sono tenute a Livorno : una visita alla casa natale ,con brindisi finale a champagne e torta di compleanno, e presso un ristorante di Montenero una cena ebraica, preceduta da una conferenza dedicata al Maestro e da interventi artistici,organizzata dalla locale Proloco in collaborazione,si leggeva, "con alcune signore della Comunità Ebraica Livornese".
Intrigante il menu : torta di ceci,acciughe alla povera,patè di pesce,salmone,crognolini fritti,cuscus con polpettine melanzane e ceci,fantasia di dolci della tradizione ebraica.
Nella sintesi di un giornale cittadino la cena viene invece poi descritta come organizzata in collaborazione con la Comunità Ebraica : opportuna,a questo punto, appare l'email agli iscritti diramata dalla Comunità stessa : " con riferimento a quanto apparso sulla stampa locale di ieri, il Rabbino Capo comunica di non aver rilasciato alcuna autorizzazione ad effettuare un pranzo Kasher e di non essere a conoscenza della manifestazione".
La questione,infatti, era non rischiare che qualcuno pensasse che la cena era certificata kasher e quindi potesse essere indotto a parteciparvi ritenendola tale, posta ovviamente la libertà di ciascuno di regolarsi come meglio ritiene.
L' "affaire" livornese, molto estivo , si complica quando sul più diffuso quotidiano locale (Il Tirreno) , peraltro a cena ormai avvenuta, appare una rettifica fatta in nome e per conto della Comunità, nella quale effettivamente si ribadisce l'opportuna questione della kasheruth ma si aggiunge,cosa che indubbiamente si presta ( inutilmente) ad altre elucubrazioni, un passaggio comunicativamente non proprio vincente : "precisiamo che nessuna collaborazione da parte della Comunità Ebraica è stata concessa".
Ha quindi inizio un valzer di email, tra il serio e il faceto, nel quale si contesta che la cena sia stata considerata " disdicevole perchè la scelta dei "cibi" non è stata autorizzata dalla Comunità Ebraica. Tale cena,con menù suggerito da "alcune Signore della Comunità Ebraica livornese",non vedo perchè avrebbe dovuto ottenere l'imprimatur della Comunità.......Mala tempora currunt se,per elaborare un menù,occorre il consenso della propria comunità religiosa", si afferma con firma e tanto di numero di cellulare.
In una successiva email alla stessa fonte scappa anche una battuta ironica che un'altra destinataria della corrispondenza rileva giustamente "per niente spiritosa",ovvero: "mi auguro che gli eretici golosi,incauti partecipanti al rito gastronomico , non vengano linciati dalla loro Comunità".
Evidentemente si è perso il filo storico seguendo il quale,arrivando sino ad oggi,si rileverebbe facilmente come i linciaggi ,od altri cruenti strumenti come ad esempio i roghi dell'Inquisizione,siano appartenuti ed in certe aree ancora appartengano ad altre culture,anche religiose.
Risponde un noto umorista locale che annota :"la serata è stata piacevolissima anche grazie all'impegno degli organizzatori, degli artisti e del noto ristoratore. Nessuno di noi ha trovato niente di scandaloso se si eccettua il fatto che la torta era forse un po' troppo diaccina", dovendosi spiegare a chi non lo sapesse che per torta si intende la livornesissima torta di ceci e che "diaccina" equivale a "freddina": la conclusione è secondo il detto livornese,ovvero che "mi sembra che qualcuno i problemi se li vada a cercare con il lanternino..."
Richiamato quale destinatario di queste email, cerco di sdrammatizzare la cosa ,parendomi opportuno,cerco di spiegare a chi evidentemente l'ignora l'importanza della kasheruth per l'ebraismo ed azzardo anche un'ipotesi complottistica : "non è che è in corso una macchinazione per coprire il vero scandalo, ovvero la torta diaccina?!
Se è questo il punto , con il caldo di questi giorni, all'amico ristoratore dovete perdonargli la cosa".
Cercando qualche spunto in una vicenda come si suol dire goliardica (detto con rispetto per la Goliardia,sia chiaro) a parte evidenziare la necessità di una miglior comunicazione che non dia adito a fantasiose interpretazioni , mi pare emerga un limite della nostra società , ovvero quello di non aver evidentemente ancora ben presenti le varie culture presenti in essa ed i rispettivi principi.
Diversamente, infatti e come pare invece che sia, non suonerebbe cosa strana o da sottovalutare quella del rispetto delle regole alimentari della kasheruth da parte di quanti vogliano legittimamente osservarle : è anche questa una carenza di Laicità di questa società evidentemente non ancora sufficientemente aperta ,per certi aspetti illiberale,e che pertanto non riesce tutto sommato a vedere come ovvie e normali le scelte che si differenzino da quella che si ritiene la via maestra, valida "erga omnes",alla quale tutti dovrebbero uniformarsi.
Oggi comunque l' "affaire" della cena Modigliani approda all'onore delle cronache de "Il Tirreno" e speriamo che vada a concludersi all'insegna dell'intelligente ironia che caratterizza e lega, almeno così spero, tutti i cittadini di questa città.
Una bella cena "riparatrice", certificata kasher così da poter includere tutti , non sarebbe forse la soluzione migliore?!
Gadi Polacco
Comunitando
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