I media ci riportano oggi le tante reazioni al gesto provocatorio, almeno nelle insane intenzioni degli autori, realizzatosi nel tentativo di far pervenire alla Comunità Ebraica di Roma,al suo Museo e all'Ambasciata d'Israele tre teste di maiale "condite" delle solite offese antisemite.
In calce a queste righe un'intervista rilasciata dal Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, mi pare che ben inquadri la cosa e deluda le aspettative degli autori che,evidentemente, contavano anche sull'effetto derivante dall'accostamento con l'imminente Giorno della Memoria che, ricordiamolo, riguarda tutte le diverse vittime della ferocia nazifascista.
Se avessero avuto cervello (capisco che è chiedere troppo,peraltro avendo essi dimostrato anche elevata ignoranza nel pensare che delle teste di maiale avrebbero potuto produrre chissà quali scombussolamenti...), gli ideatori del gesto forse avrebbero realizzato l'effetto boomerang che hanno prodotto,senza contare che le numerose iniziative che ricorderanno ciò che è accaduto allora,ben documentato e provato alla faccia dei negazionisti che nemmeno da noi mancano,costituiscono la miglior risposta e la tangibile prova della povertà mentale di simili personaggi.
Reazioni anche a Livorno, spesso semplicemente e spontaneamente attraverso messaggi personali: Caterina Meucci (Ass. Amicizia Ebraico Cristiana) scrive "ho appreso stasera (26.01.14 ndr ) quanto avvenuto a Roma ed ho provato un grande sconcerto, perché non avrei mai creduto che si potesse arrivare ancora a comportamenti di tale gravità che ci feriscono tutti profondamente.Rinnovo a tutti voi e alla Comunità di Roma la mia particolare vicinanza in questo momento e tutto il mio impegno".
Sempre in ambito Ass. Amicizia Ebraico Cristiana anche Monica Cuzzocrea esprime "lo sdegno e il dolore per il nefando episodio di Roma", rinnovando impegno per combattere i rigurgiti antisemiti ed esprimendo affetto a tutta la Comunità"
(le indicazioni circa i messaggi non hanno ovviamente valore esaustivo)
COMUNITANDO
( a cura di Gadi Polacco)
www.livornoebraica.org
INTERVISTA AL RABBINO RICCARDO DI SEGNI
L'intervista. Di Segni: gesto vile ma la città è con noi di Francesca Nunberg * Nel Levitico è scritto «E anche il porco, che ha l'unghia spartita ma non rumina, lo considererete impuro». Secondo la kasherut, l'insieme delle regole alimentari ebraiche, il divieto di cibarsi di carne di maiale è imprescindibile, condiviso con l'Islam. Nel libro della scrittrice americana Elizabeth Strout "I ragazzi Burgess", uscito qualche mese fa, la storia comincia con un giovane che lancia una testa di maiale insanguinata all'interno di una moschea, suscitando scandalo e ritorsioni; difficile però che gli autori di questa macabra provocazione abbiano preso spunto da lì. Ne parliamo con il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. Dal punto di vista dottrinale cosa significa il maiale per gli ebrei? «Non lo mangiamo, è vietato dalla Bibbia. Ma i pacchi con le teste dei suini non rappresentano una specifica offesa nei confronti degli ebrei. I musulmani se la sarebbero presa molto di più». Quindi come legge questo episodio? «Credo che risponda ad altri codici, mafiosi, forse calcistici. Per capirlo bisognerebbe però entrare nella testa di chi ha compiuto questo gesto. O in quel poco di testa che gli è rimasta». Comunque un'azione più spregevole che inquietante? «Sicuramente un gesto di disprezzo nei confronti della nostra cultura. Di trasposizione, ma anche di semplificazione: voi non lo mangiate e noi ve lo mandiamo a casa». Che gli autori siano dei balordi potrebbe essere un'interpretazione ottimistica... «Qui c'è poco da essere ottimisti. Ma non bisogna neanche esagerare». Crede anche lei che i pacchi spediti a ridosso del Giorno della Memoria non siano una coincidenza? «I fatti sono legati. Vuol dire che c'è ancora gente che non ha capito il senso del ricordo, che esistono "attivisti" non meglio identificati in grado di mettere in atto queste scempiaggini, direi meglio queste porcherie, visto che di porco stiamo parlando. Oltretutto uno dei destinatari dei pacchi è il museo di Trastevere dove è stata appena inaugurata la mostra sui giovani che ricordano la Shoah». C'è chi dice che la Giornata rischia di trasformarsi in una noiosa celebrazione. «Diciamo invece che non bisogna stancarsi di cercare continuamente la chiave giusta per fare arrivare a tutti il significato di questa dolorosa ricorrenza. Che forse non arriva, o arriva parzialmente». II sindaco Marino ha detto: chi oltraggia gli ebrei offende Roma. Pensa che sia così? «Chi ha confezionato quei pacchi non rappresenta la città». Dunque lei non considera quelle teste di maiale un salto di livello nell'antisemitismo strisciante, in Italia e ancor più in altri Paesi europei? «Mi pare che la novità sia la forma mediatica, questo mi ha sorpreso stamattina quando l'ho saputo. Diciamo la "creatività" di questo gesto che comunque si inserisce nel flusso di ostilità antiebraica mai definitivamente debellata. Che ha diverse matrici: politica, sia di sinistra che di destra, religiosa, islamica, il discorso sarebbe lungo». Quindi come reagire? «Restando sempre vigili. Ma io stanotte andrò a dormire». Francesca Nunberg. *** Pubblicato su Il Messaggero del 26 gennaio 2014
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