LO SGUARDO LUNGO

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domenica 13 settembre 2009

OGGI, ANNIVERSARIO DI PORTA PIA SECONDO IL CALENDARIO EBRAICO

All'alba di martedi 24 del mese ebraico di Elul dell'anno ebraico 5630,
ovvero 139 anni or sono da oggi, il capitano dei bersaglieri Giacomo
Segre,ebreo. ordinò di iniziare i tiri d'artiglieria che, dopo alcune
ore, avrebbero spianato la strada alle truppe del Regno d'Italia
affinchè si completasse l'Unità nazionale con Roma capitale : si
otteneva altresì l'abolizione del ghetto e l'equiparazione degli ebrei
romani agli altri cittadini e non si può certo sottacere l'emozione che
deriva dal collegamento tra questi due fatti e capitan Giacomo.

Segre riposa nel reparto ebraico del cimitero di Chieri e Cadorna lo
delegò a dare per primo l'ordine di aprire il fuoco per aggirare,
secondo alcuni invece per salvaguardare gli altri ufficiali, la
paventata scomunica di Pio IX nei confronti di chi avesse appunto aperto
il fuoco contro le mura dello stato pontificio.

Iniziava così la "balussada" (per taluni "balossada") ,secondo la
definizione di Vittorio Emanuele II allora re d'Italia, nota alla storia
come breccia di Porta Pia : questa "sciocchezza", nonostante che il
Card. Antonelli pare avesse ordinato una resistenza molto fumo e niente
arrosto, lasciò alla fine sul terreno,contando entrambi gli
schieramenti, 68 morti dovuti essenzialmente alla miopia politica di Pio
IX che sembra continuasse a ripetere "non entreranno".

L'anniversario secondo il calendario civile, quindi il 20 settembre
2009, troverà il mondo ebraico impegnato a celebrare il nuovo anno 5770,
quindi già nel 140° dalla breccia e con in vista il 150° anniversario
dell'Unità d'Italia che l'ebraismo italiano saprà certamente celebrare
degnamente.

Le polemiche ancora oggi aperte su alcuni aspetti dello stato laico,
propedeutico a quella società aperta ben descritta da Dante Lattes
(z.l.) anche dal punto di vista ebraico e nella quale ciascuno è
garantito,uguale all'altro, secondo la propria fede,insegnano che quella
"balussada" non è stata tale , costituendo invece un'importante premessa
per il percorso ancora in atto e che, superata la fase dei tiri
d'artiglieria, deve evolversi non contro qualcuno ma a favore della
reale uguaglianza tra tutti, ovvero in favore di tutti.

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