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lunedì 22 febbraio 2010

La pubblicazione del Comune di Livorno, a cura di Mauro Zucchelli, sul Giusto tra le Nazioni Mario Canessa

da www.moked.it

Qui Livorno – Un libro per un eroe silenzioso

Mario Canessa è un uomo distinto che ha alcune caratteristiche tipicamente livornesi, e più in generale toscane: prima tra tutte una certa predisposizione alla risata e alla battuta. Ma questo simpatico novantaduenne sa stare anche in silenzio: per oltre 60 anni non ha raccontato la sua storia a nessuno, neanche ai parenti più stretti. La sua ritrosia è stata vinta gradualmente e con una certa difficoltà, come può testimoniare l’editore Guido Guastalla, uno dei primi a cercare di farsi raccontare quello che Canessa aveva fatto per il popolo ebraico.
Livornese di adozione (è nato a Volterra), negli anni del nazifascismo Canessa ha aiutato molti ebrei e prigionieri di guerra a fuggire in Svizzera. Poliziotto di servizio a Tirano, non ci ha pensato neanche un attimo a mettere a repentaglio la propria vita per salvare delle persone che non conosceva neppure.
La Comunità Ebraica di Livorno ha recentemente voluto rendergli omaggio facendo scrivere in suo onore il nuovo Sefer Torà, da poche settimane nella sinagoga della città labronica: il primo Sefer Torà ad essere mai stato scritto in onore di un Giusto tra le Nazioni.
Ma lui non si sente un eroe. “Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque”, spiega al numeroso pubblico accorso nella Sala delle Cerimonie del Palazzo Municipale in occasione della presentazione del libro “Questo strano coraggio. Mario Canessa un livornese Giusto fra le nazioni”, volume scritto dal giornalista del Tirreno Massimo Zucchelli e già spedito nelle case di seimila nuclei familiari della zona.
Erano presenti in sala alcune tra le principali cariche pubbliche cittadine (a partire dal sindaco Cosimi), rappresentanti della Regione, delle Forze Armate e della Chiesa. C’era anche Liliana Picciotto, storica del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.
Canessa ha parlato del suo comportamento come di un comportamento normale, eppure non tutti agirono come l’ex poliziotto nativo di Volterra: decine di lapidi presenti nelle nostre città ci ricordano quotidianamente che “Italiani brava gente” è molto spesso un clichè abusato. Ed anche la realtà dei nostri giorni ci mostra che l’indifferenza (il caso Rosarno è solo l’ultimo di una serie) è una malattia dalla quale non possiamo dirci guariti. Su questo concetto i vari relatori intervenuti si soffermeranno più volte.
Scrive Mauro Zucchelli: “Mario Canessa è un ragazzo di 92 anni e la faccia da eroe francamente non ce l’ha. Ammesso che gli eroi abbiano l’identikit hollywoodiano con la mascella inox e il muscolo gonfio che a scanso di dubbi scatta prima del pensiero. Non ce l’ha perché non si è mai visto un eroe con i capelli bianchi, un viso rotondo e il sorriso largo da nonno contento più quel tot di ironia bonaria toscana, forse etrusca”.
Ecco la normalità del bene, che ci riconcilia in parte con un passato in cui delatori si muovevano per le piazze e per le vie delle nostre belle città, vendendo ebrei e oppositori in cambio di poche lire.

Adam Smulevich


Qui Livorno - Professionalità e riservatezza

E' raro assistere alla presentazione di un libro o di una pubblicazione (parlo del numero speciale di "Comune Notizie", rivista della municipalità di Livorno dedicata al Giusto tra le Nazioni Mario Canessa, del quale ben riferisce Adam Smulevich) senza udire la parola dell'autore, pur essendo egli presente.
In genere gli autori - giustificatamente seppur spesso "debordando" - tendono a essere protagonisti, orgogliosi delle proprie opere: la particolarità di Mauro Zucchelli, stimatissima firma della cronaca livornese de "Il Tirreno" ed estensore dello scritto,è stata appunto quella di rimanere silente, immune dalle giuste lusinghe espresse dagli oratori, senza però macchia alcuna di snobismo.
Avrei preferito sentirlo parlare, dopo aver letto come egli sia riuscito a stendere su carta gli avvenimenti di quel tragico periodo, ma ammetto che quel silenzio è stato lo stesso un grande intervento.... grazie Mauro!

Gadi Polacco, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
 
 

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